Mandello, chiusa l’inchiesta Gilardoni

53 lavoratori parti offese

Convocati questa sera in Questura per la notifica dell’avviso di fine indagini - Due gli indagati, Cristina Gilardoni e Roberto Redaelli, per le ipotesi di reato di maltrattamenti, minacce e lesioni

Lecco

Sono state convocate per questa sera alle 19 in Questura le 53 persone, tutti lavoratori o ex lavoratori della Gilardoni Raggi X di Mandello, individuate dalla Procura della Repubblica di Lecco, al termine delle indagini delegate alla Squadra Mobile della Questura cittadina, come parti offese nel procedimento penale aperto a carico di Cristina Gilardoni e Roberto Redaelli, rispettivamente ex presidente ed ex direttore del personale dell’importante azienda.

Come già riportato subito dopo l’estate da “La Provincia di Lecco”, gli investigatori della Mobile avevano chiuso le indagini a settembre, depositando in Procura una corposa documentazione all’attenzione del magistrato inquirente, Silvia Zannini, e del procuratore capo Antonio Chiappani.

Prima di Natale, il pubblico ministero ha chiuso ufficialmente l’inchiesta, ora la notifica dell’avviso di conclusione indagini (secondo quanto previsto dall’articolo 415 bis del Codice di procedura penale) ai due indagati e alle presunte parti offese. Notifica che, nel caso di Gilardoni e Redaelli, è avvenuta questa mattina, mentre per i 53 tra lavoratori ed ex lavoratori si è scelto l’appuntamento collettivo in questura. Gilardoni, destituita dal suo ruolo alla fine di settembre dal Tribunale delle imprese di Milano sulla scorta di una causa intentata dal nipote Andrea Ascani Orsini, socio di minoranza, per “distruzione di valore”, e sostituita alla guida dall’azienda dal figlio Marco Taccani Gilardoni, nominato dai giudici amministratore giudiziario, e Redaelli, licenziato lo scorso mese, sono indagati per le ipotesi di reato di maltrattamenti, minacce e lesioni, in alcuni casi anche gravi, nei confronti dei 53 lavoratori chiamati oggi in questura a ritirare copia dell’avviso di fine indagini. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare al pm memorie difensive o chiedere di essere interrogati, dopodiché il sostituto procuratore Zannini dovrà decidere o meno se chiedere il rinvio a processo al giudice delle indagini preliminari.

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