
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 23 Febbraio 2017
«Mobilità dei prof, tasso esagerato»
Dati preoccupanti quelli emersi nel corso del quinto congresso territoriale della Cisl Scuola di Sondrio. Maiorana: «Si stima che in provincia si siano mossi 800 docenti. Non si tengono conto aspetti didattici e continuità».

Didattica e continuità minate dall’alto tasso di mobilità, che non ha risparmiato le scuole di Valtellina e Valchiavenna. Un balletto di circa 800 docenti, un terzo del personale in servizio. A suonare il campanello d’allarme è stato Filippo Maiorana, che dati alla mano nel corso del quinto congresso territoriale della Cisl Scuola di Sondrio sabato ha messo sul banco degli imputati la legge 107 della Buona scuola, in particolare l“incriminato” è il piano straordinario di assunzioni che ha generalo il “carosello” di docenti. A farne le spese sono gli studenti, costretti a un continuo turn-over in cattedra.
Serve però una premessa per inquadrare lo scenario: quando si parla di mobilità si intendono sia i docenti che si spostano sul territorio (ad esempio da una scuola dell’Alta Valle a un’altra nel capoluogo), oppure arrivano in Valtellina, o ancora escono dai confini provinciali. «In provincia durante l’anno in corso si sono mossi 573 docenti, di cui 253 solo a livello provinciale, 140 in uscita e 180 sono arrivati sul nostro territorio», ha rimarcato il segretario Maiorana.
A questi numeri va però aggiunta quella che in gergo scolastica viene definita mobilità annuale, relativa alle cosiddette «assegnazioni provvisorie». Ossia docenti che stanno lavorando in una scuola della provincia, ma che hanno ad esempio la sede definitiva a Livigno e solo per un anno decidono di insegnare in un istituto di Sondrio.
«Docenti, questi, che sono 106, cui bisogna aggiungere la mobilità annuale in uscita, di cui non si conosce l’entità, poiché neanche l’Ufficio scolastico territoriale è riuscito a fornirci il dato. Stimare comunque che globalmente in provincia si sono mossi circa 800 docenti corrisponde a realtà. Un tasso sproporzionato e spropositato – ha tuonato Maiorana -, che non tiene conto di quelli che sono gli aspetti didattici e la continuità della nostra scuola». Motivo per cui il quesito posto sul tavolo è stato: «Ma che servizio si sta dando, con un balletto di un terzo di docenti su un totale di 2.300 circa? É di vitale importanza che le normative cambino, per garantire didattica e continuità, tutelare il diritto allo studio».
Il tasso di mobilità degli insegnanti, che negli anni scorsi coinvolgeva circa un docente su dieci (una percentuale già di per sé elevata), quest’anno è esploso, facendo saltare il banco della continuità didattica, proprio per effetto del piano straordinario di mobilità previsto dalla legge 107, preliminare al varo del piano straordinario di assunzioni voluto dal governo Renzi.
In pratica un“ultima chiamata”, che doveva consentire al personale docente di spostarsi sulla sede più gradita anche “in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia”.
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