Morta per l'ecstasy in disco:
l'operaio di Olginate nega tutto

Maurizio Piazza, 23 anni, accusato di aver ceduto le pasticche alla campionessa di sci di Clusone deceduta dopo due giorni di coma, respinge le accuse. Ma, per ora, rimarrà in carcere
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LECCO - Nega tutto l'operaio di Olginate accusato di aver venduto due pasticche di ecstasy a Kristel Marcarini, la ragazza di 19 anni di Clusone (Bergamo) morta agli ospedali riuniti in seguito a un malore accusato in discoteca.
Maurizio Piazza, in ogni caso, rimarrà in carcere a Pescarenico. Così ha disposto il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Morosini che non ha convalidato il fermo per mancanza di pericolo di fuga, ma si è riservato di decidere in merito alla richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pubblico ministero Mauro Clerici.
Le accuse sono di spaccio di sostanze stupefacenti e morte come conseguenza di altro reato. Il ragazzo di Olginate, assistito dall'avvocato Stefania Brambilla, ha negato ogni addebito, dicendo di non conoscere nè ricordare di aver mai visto Kristel Marcarini e le sue amiche, e di non aver venduto ecstasy quella sera al Fluid di Orio al Serio (Bergamo). 
I carabinieri di Clusone avevano arresto l'operaio lecchese nella notte di martedì. Sempre nell'ambito delle indagini era stato denunciato un altro ragazzo di Calolziocorte. A loro gli investigatori erano arrivati in base alla testimonianza delle ragazze che si trovavano con Kristel nella discoteca. I funerali della ragazza, giovane promessa dello sci, si sono tenuti questa mattina, sabato.

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