
Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 04 Febbraio 2016
Nella diga finisce di tutto: «Persino l’olio di frittura»
Intervento di Secam per ripulire lo specchio d’acqua in quota. Il sindaco di Madesimo: «Serve maggior senso civico da parte di alberghi e ristoranti».
Altro che acque limpide, come dovrebbe essere in alta quota. Domenica mattina gli abitanti di Madesimo e gli sciatori hanno trovato la diga marrone e maleodorante. Per risolvere la situazione c’è voluto l’intervento della Secam. E adesso il sindaco Franco Masanti chiede di rispettare le regole: «I rifiuti non possono finire nelle fogne»
Liquami, oggetti di indubbia provenienza (le cucine e i bagni delle case del paese) e una puzza tremenda. Nella diga, domenica mattina, turisti e residenti hanno osservato uno spettacolo indecoroso. A causa di un problema improvviso, i liquami diretti verso il depuratore del fondovalle sono finiti nelle acque del lago. I primi a osservare la situazione sono stati i vigili del fuoco volontari, visto che il distaccamento si trova a pochi metri dal bacino artificiale. Un pompiere ha contattato il numero verde della Secam e l’intervento è stato subito coordinato dall’azienda valtellinese. La società che si occupa di acque e rifiuti ha inviato a Madesimo del personale specializzato in questo tipo di bonifiche e, nel giro di poco tempo, la situazione è stata risolta. Nel frattempo, però, vari sciatori hanno ripreso con le fotocamere dello smartphone la situazione e le immagini sono girate via WhatsApp e sui social. Una brutta pubblicità, anche perché la diga si trova proprio all’ingresso del paese e queste immagini, nell’epoca di Facebook, circolano sugli schermi di migliaia di cellulari nel giro di pochissimo tempo.
Sul posto sono intervenuti sia consiglieri comunali di maggioranza, sia dell’opposizione, per contribuire a una rapida soluzione del problema.
Secondo quanto emerso alla base del problema c’è stata anche la presenza, nel sistema di tubazioni che portano verso il depuratore, di una discreta quantità di olio proveniente dalle cucine, ad esempio quello utilizzato per le fritture e la preparazione di cibi.
Questa sostanza non è biodegradabile e se dispersa in acqua determina delle conseguenze pesanti per il sottosuolo e la rete idrica potabile, la flora e la fauna.
«Non ci sono parole per definire gli autori di questi comportamenti – spiega il primo cittadino Masanti -. I rischi sono noti e come se non bastasse c’è un servizio gratuito di raccolta dell’olio esausto da parte di una società specializzata che lo ritira a domicilio».
Le cronache degli ultimi anni, in Italia, sono piene di episodi di questo tipo. In alcuni Comuni della Provincia di Sondrio sono stati distribuiti specifici contenitori e nel capoluogo questa tematica è stata oggetto di un’approfondita discussione.
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