
Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 17 Febbraio 2015
Podestà di Mat scatenato a Bormio: ce n’è per tutti
Bormio terme, Sala del commiato e pulizia. Tante le critiche mosse durante il Carnevale. Occhi per un giorno spodestato dal Comune.
I nuovi orari di Bormio Terme, la pulizia della neve dalle strade, i dipendenti comunali “fannulloni”, la sala “del commiato”, l’abbattimento dell’ex casa Tamburini di Combo: sono stati numerosi gli argomenti trattati ieri dalla “Compagnia di mat” che, dopo aver incoronato il proprio Podestà, ha letto le lamentele e i pettegolezzi della popolazione in piazza del Kuerc.
Una tradizione, quella dello spodestamento del sindaco, che da sempre richiama nella Magnifica Terra numerosi curiosi e visitatori, interessati soprattutto alla lettura - in parte in italiano ed in parte in dialetto - della “posta dei matti”. Come da consuetudine oramai collaudata, in primis il sindaco Giuseppe Occhi è stato privato di tutti i suoi poteri e Bormio, per un giorno, è stata retta dal Podestà che consente feste e baccanali per tutti e lascia da parte le rigide regole. A impersonificare questo strano personaggio Piergiovanni Urbani di Valdidentro che continua così la lunga serie di reggenti della Magnifica Terra portando avanti una tradizione secolare che affonda le proprie radici nel Settecento.
Dopo la vestizione del Podestà, Marcello Canclini ha dato il via alla lettura delle lettere non prima di essersi tolto qualche sassolino dalle scarpe nei confronti di una missiva che accusa la compagnia di essere un gruppo di ubriaconi e di scrivere tutte le lettere da soli. Canclini, preannunciando che anche questo scritto, come tutte e ventisei le lettere declamate in piazza, sarà pubblicato integralmente nel loro bollettino, ha iniziato l’interessante lettura con una proposta, quella di rinnovare gli affreschi in piazza del Kuerc e fare una copia della statua di Papa Giovanni Paolo II che per un certo periodo è stata esposta nella parrocchiale.
A proposito di chiesa, critica la posizione sulla futura “sala del commiato”, quella che dovrebbe servire per lasciare i defunti prima del funerale evitando di tenerli in casa. L’ubicazione scelta, quella dove c’era il bar Capriccio, ha sollevato più di un malumore stante la sua posizione centrale, attaccata a molte attività commerciali, l’assenza di parcheggi salvo poi rincuorarsi perché, se i parenti avranno fame “potranno farsi una pizza” e il defunto “un dolce gelato”. Da parte della compagnia degli Arlecchini una “supplica” - questo il titolo di un’altra missiva - a sindaco e arciprete affinché intervengano e trovino una dislocazione più consona come, per esempio, nell’ex chiesa di S. Spirito in fondo alla centralissima via Roma.
Tutti pagano la Tares ma, a detta di chi ha scritto la missiva, esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, dal momento che “i servizi non sono uguali per tutti”. Il riferimento è allo sgombero neve che in alcune zone, come nel reparto giallo del Buglio o su per la valle di Campello, è stato del tutto assente e la manna bianca caduta dal cielo si scioglierà naturalmente ma, purtroppo, solo a ferragosto. Critiche anche sui nuovi orari di Bormio Terme, con aperture diverse in quasi tutti i giorni della settimana, nonché nei confronti del sindaco reo di non controllare l’80% dei dipendenti comunali che lui stesso - a detta degli Arlecchini - ha accusato di non fare bene il proprio dovere.
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