
Cultura e Spettacoli / Valsassina
Venerdì 16 Maggio 2025
Primaluna, una mostra all’interno della miniera di Cortabbio
Aprirà al pubblico sabato 24 maggio e resterà aperta fino a domenica 19 ottobre: 144 giorni, come i 144 anni di operatività della miniera. Collaborazione tra la Fondazione Scola e il Collettivo TRA.ME
Cortabbio
E’ stata presentata alla stampa oggi, venerdì 16 maggio, negli spazi della Fondazione Enrico Scola a Lecco, la mostra, ad opera del Collettivo Artistico TRA.ME, “RIMUOVERE”.
I componenti del Collettivo hanno realizzato alcune opere che verranno collocate all’interno della miniera di Cortabbio di Primaluna e saranno fruibili da tutti coloro che andranno a visitarla.
La mostra aprirà al pubblico sabato 24 maggio e resterà aperta fino a domenica 19 ottobre: 144 giorni, come i 144 anni di operatività della miniera, aperta nella seconda metà dell’800.
All’interno dei 1000 metri di gallerie che si sviluppano nelle viscere della Grigna sarà quindi possibile ammirare non solo le meraviglie della natura, ma anche quelle opera dell’intelletto umano.
Con il progetto RIMUOVERE, infatti, il collettivo sceglie di organizzare un percorso espositivo che stimoli la riflessione sul ruolo della società nei confronti della natura e sul delicato rapporto che ci lega ad essa da un punto di vista non-human.
Partendo dal titolo dell’esperienza, “RIMUOVERE”, portare fuori, l’indagine artistica si lega e si intreccia con la voce della Grigna; in particolar modo con le miniere di Cortabbio che un tempo custodivano il minerale Barite e che oggi accolgono il visitatore nel buio e nel silenzio.
All’interno della miniera, ambiente completamente artificioso, ma allo stesso tempo naturale, il rapporto con il mondo esterno diventa più flebile e le convenzioni che lo governano cessano di esistere. Tutto muta e diventa relativo. Ed è in questo contesto, neutro e incontaminato, che avrà inizio un processo creativo fortemente connotato dall’interazione con l’ecosistema naturale che lo ospita.
Le diverse opere, al termine dei 144 giorni, saranno “realmente compiute”, perché intaccate dagli agenti naturali, acqua, umidità, ferro, aria che sono presenti all’interno della montagna; la miniera quindi non si limita a essere un contenitore, ma diviene parte attiva del processo creativo ribaltando quindi il rapporto ad oggi costituito tra società e natura. Da una visione monodirezionale ed estrattiva, il collettivo prova ad instaurare un rapporto bidirezionale ed equilibrato con la natura, cercando di accogliere attraverso le opere l’azione della montagna.
L’esito di questo dialogo verrà poi condiviso all’esterno della miniera e, in particolare, proprio con la città dove, negli spazi della Fondazione Enrico Scola, le opere saranno visitabili a metà novembre e saranno protagoniste di diverse iniziative organizzate anche con il supporto di associazioni locali già attive sul territorio.
La collaborazione tra la Fondazione e il Collettivo TRA.ME culminerà poi, a novembre, con un evento di charity allo scopo di raccogliere fondi per completare gli arredi degli appartamenti e degli spazi comuni.
«Abbiamo ospitato questa conferenza stampa – dice Pietro Galli, presidente della Fondazione Enrico Scola – perché, e questo è scontato, a conclusione della mostra a Cortabbio, l’allestimento verrà ospitato in Fondazione e nei locali del progetto di Housing Cairoli59, gestito dalla Cooperativa l’Arcobaleno; meno scontato è il fatto che come Fondazione abbiamo voluto sostenere un’iniziativa di giovani artisti, che voglio ringraziare, che si sono messi a disposizione con le loro opere per aiutare a far crescere e conoscere il progetto, un aiuto che ci fa ben sperare nelle giovani generazioni.»
«Abbiamo scelto la miniera – racconta Jacopo Ghislanzoni, noto artista lecchese e portavoce del Collettivo – come prima vera mostra sul territorio lecchese per diversi motivi; in primo luogo perché con TRA.ME vogliamo dare voce a indagini artistiche che si sviluppano intorno a sei artisti con percorsi, visioni ed esperienze molto diverse tra loro e quale miglior modo dell’introspezione, immagine che rimanda subito all’addentrarsi nella montagna? RIMUOVERE vorrebbe poi porsi nella condizione di restituire qualcosa alla montagna, quel qualcosa che le è stato tolto nel 144 anni di attività estrattiva. Ma sappiamo bene che non tutto ciò che è stato tolto può essere rimesso: ed è anche questo uno dei motivi per cui la mostra culminerà con una iniziativa di charity a novembre qui in Fondazione Enrico Scola.»
«La miniera – racconta Dario Milani, gestore del parco minerario Cortabbio di Primaluna – è un ambiente che nessuno conosce bene, se non dopo averlo frequentato a lungo, perché è un luogo dove la temperatura è costante, circa 7° C, ma l’umidità, la ventilazione, il senso della ventilazione e l’aria cambiano continuamente, e sono questi i fattori che contribuiranno a “compiere” le opere.»
Jacopo Ghislanzoni porterà in miniera lastre di ferro appena incise a punta secca con un chiodo trovato in miniera, Marta Amara Dell’Oro porterà delle opere plurimateriche, come ad esempio ferro, semi, barite; Sergio Kafke, fotografo, esporrà in miniera stampe fotografiche incorniciate, scatti in still life allestiti, mentre Giada Castelnuovo, specializzata nel macroscopico, esporrà degli scatti fatti in miniera, per incentivare la pareidolia. Elisa Frigerio, specializzata in stampa botanica, porterà vari tipi di carta e stoffe stampate con l’ausilio di materiali raccolti proprio dentro e fuori dalla miniera, come cortecce, foglie e radici. Elisa Mollar, che non esporrà in mostra, si è occupata e si occuperà di tutti gli aspetti grafici dell’evento, la locandina, il catalogo e il materiale di comunicazione che sarà disponibile per i visitatori.
L’appuntamento è quindi per sabato 24 maggio, alle ore 14.00, alla prima apertura della mostra, in Via Merla, snc, a Primaluna.
L’accesso alla miniera, che è visitabile solo tramite percorsi guidati e in sicurezza, e alla relativa esposizione artistica, è prenotabile tramite il sito https://www.youmines.com; in alcune specifiche date, evidenziate da “visita con l’artista” saranno presenti i componenti del collettivo che potranno guidare il pubblico anche sul percorso espositivo.
Il collettivo TRA.ME nasce per intrecciare linguaggi e discipline diverse, offrendo prospettive molteplici sulla complessità del presente. L’obiettivo è costruire esperienze artistiche partecipative, che valorizzino la diversità e il dialogo culturale.
Gli artisti coinvolti:
Jacopo Ghislanzoni – Pittore e incisore, esplora l’onirico e i legami tra mondi invisibili
Elisa Frigerio – Artista botanica, crea opere con pigmenti e materiali naturali, connesse all’anima
Sergio Kafke – Fotografo, indaga le tracce dell’uomo e il confine tra realtà e finzione
Marta Dell’Oro – Pittrice e illustratrice, interpreta il corpo umano come riflesso dell’anima
Giada Castelnuovo – Fotografa e orafa, lavora sulla percezione e la pareidolia tramite macrofotografia e processi materici
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