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Venerdì 26 Aprile 2013
Primaluna: Selva
un'azienda in crescita
La torneria di precisione per l'ottone "Selva Antonio&C.", con 15 dipendenti a Primaluna, grazie ad un attento controllo dei costi continua un processo di crescita sui mercati.
Per riuscirci Raffaella Selva nella sua azienda da diversi anni fa ricorso a due strumenti: le certificazioni, «tutte quelle possibili per il nostro settore», dice, e i bandi pubblici «che ci hanno permesso di recuperare nel tempo cifre considerevoli, incoraggiando i nostri investimenti».
Bandi e certificazioni comportano tante energie da spendere fra carte e burocrazia, ma alla fine tanta fatica serve, visto che l'impresa, che solo una dozzina di anni fa aveva un solo tornio a controllo numerico, ora ne ha 17, ed è pure impegnata nell'ampliamento con un nuovo capannone.
L'imprenditrice coordina la gestione della piccola impresa di famiglia, la torneria di precisione per l'ottone "Selva Antonio&C.", con 15 dipendenti a Primaluna, dove a occuparsi della produzione è suo fratello Pier Paolo, in azienda da quarant'anni. Lei, lasciandosi alle spalle una vita trascorsa come insegnante elementare, otto anni fa ha deciso in accordo col fratello di prendere in mano la gestione aziendale («ma non sono in pensione, tengo molto a dirlo, la mia è stata una scelta precisa», sottolinea).
«Da sempre - spiega -, anche da prima che entrassi io in azienda, il controllo dei costi era insito nel nostro modo di operare. Io ho sentito la necessità di fare una verifica sulle nuove strade percorribili, e ho trovato quella che ci obbliga, per ottenere e rinnovare periodicamente le certificazioni, ad avere una situazione sempre in ordine. Per aiutare le entrate, invece, c'è il ricorso ai bandi pubblici».
L'impresa - spiega Selva - «fortunatamente non ha situazioni di difficoltà. Abbiamo avuto solo tre mesi, nel 2009, in cui, pur tenendo monitorata la situazione, le spese superavano il fatturato, che era comunque in calo. Poi ci siamo ripresi ma non abbiamo cambiato molto nel nostro modo di gestire l'azienda». Per i bandi la sua attenzione - dice - «va a quelli camerali e regionali che in tanti casi, a fronte di nostri investimenti, arrivano a rifonderci anche per il 50% dei costi. Ma anche i bandi Inail ci sono stati molto utili. E' vero che, quando hai un progetto in mano, lo devi realizzare sborsando risorse tue, ma alla fine ti tornano indietro e, in previsione, puoi programmare un altro investimento».
Così sono partiti, e andati in porto, tanti finanziamenti, come quelli su una lavametalli super ecologica, sul progetto 'impresa digitale' e sull'acquisto di diversi torni che hanno costi oscillanti fra i 100 e i 180mila euro.
Col controllo dei costi - ammette - «si arriva fino a un certo punto. Siamo una torneria, l'incidenza di consumo elettrico è una cosa esagerata. Inoltre lavoriamo l'ottone, materiale quotato in Borsa e si paga quel che vale quando lo compri. L'unica strategia è acquistarlo in gran quantità e spesso con pagamenti anticipato di metà del carico».
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