
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 12 Febbraio 2025
Recco, il sistema svedese che ha permesso di individuare i corpi dei due escursionisti in Grignetta
Lecco
Se i corpi dei due sfortunati escursionisti dispersi in Grignetta sono stati individuati lo si deve a un sistema, Recco, che costa poche decine di euro. È una piastrina, in pratica un diodo, che se individuata da un detettore in comodato d’uso alle squadre del Soccorso Alpino, ti dice dove si trova l’oggetto che la contiene. Una racchetta, uno zaino, una giacca… Questo sistema l’aveva importato il servizio valanghe del Cai, lo Svi, che aveva incaricato la guida alpina lecchese Fabio Lenti di farne l’istruttore, visto che il business di questa ditta svedese era mettere nei vestiti, sugli oggetti, queste piastrine del costo di 25 euro l’una circa. “Il segnale a 8mhZ viene emesso dalla piastrina-diodo e i detettori la individuano: è come illuminare qualcosa che riflette la luce. Si vede subito. Quando ero allo Svi, formavo il soccorso alpino, i soccorsi piste, e gli davo il detettore in comodato d’uso. Controllavo funzionasse. Fino a che la Svi ha mollato poi la ditta Recco. Che allora ha chiesto direttamente a me di continuare questo lavoro. L’ho preso io l’incarico, oramai a partire dal 2004-2005 e fino a cinque anni fa”.
Lenti ha formato una guida alpina, un istruttore per ogni regione. “La Recco pagava le guide e io sono riuscito a dare i detettori a tutte le basi elicottero e alle basi del Soccorso Alpino, anche quelle appiedate. Abbiamo trovato tante persone sotto la neve. Una volta ne trovammo tre, pur non riuscendo a salvarle, che non erano state fortunate, sulla Grigna. Prima trovammo lo zaino, che aveva dentro la piastrina. Poi sotto la neve, dieci metri sotto, sondando, trovammo anche il corpo. Unica cosa il sistema non funziona cercando telefonini, telecamere, fotocamere. Ma funziona bene con le piastrine Recco che costano 25 euro l’una contro i 300 euro di un Arva che bisogna poi saperlo usare”. Per Lenti se tu hai una “campana”, un’antenna-detettore, e una piastrina addosso a un disperso, lo trovi subito. “Per questo ai tempi ero andato a parlare con il presidente nazionale Cai per dare una piastrina omaggio a tutti gli iscritti al Cai. Non ci ero riuscito, ma il Cai comunque le ha messe in vendita e una maggior diffusione c’è stata. Oltre a chi le inserisce nell’abbigliamento sportivo di default”. Poi all’Air Zermatt è andata la prima antenna per elicottero, la seconda è andata ad Aosta, la terza in Alto Adige e la quarta avrebbe dovuto andare a Lecco, cinque anni fa: “E invece è andata a Trento, dove avevano già quella vicina dell’Alto Adige. Per questo ho dato le dimissioni da questa ditta. Ora Jacopo Buffacchi segue l’Italia, pur lavorando in Svezia. È una guida alpina valdostana e ora ci penserà lui”.
Ma l’antenna per elicottero, nel frattempo, è arrivata anche in Lombardia. E ha trovato i due sfortunati escursionisti di Vimercate: “Siamo andati con un B3 dell’Elitellina e abbiamo localizzato il segnale attaccando la campana-detettore con 20 metri di corda, sotto l’elicottero, individuando la giacca vento di uno degli sfortunati alpinisti. Per questo abbiamo usato un elicottero non specializzato nell’elisoccorso, ma privato, perché con meno elettronica e dunque meno interferenze”.
Il detettore manuale è leggero, pesa pochi grammi, è un piccolo “radar”, mentre l’antenna-campana pesa 30 chili, è molto costosa anche se data in comodato d’uso dalla ditta. A piedi si usa il primo, in volo la seconda. Ma l’importante è avere addosso una piastrina-detettore. Altrimenti il sistema non funziona.
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