
Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 24 Novembre 2013
Registro unioni civili
No del Forum famiglie
Criticata la decisione di portarlo subito in aula - «Bocciata la richiesta di ulteriori discussioni
e poi molti atteggiamenti non ci sono piaciuti»

Non avevano mancato di farsi notare, mercoledì 6 novembre, i rappresentati del Forum delle Associazioni Familiari della provincia di Sondrio quando avevano assistito ai lavori delle commissioni consiliari in cui si discuteva il riconoscimento in città delle unioni civili con l’istituzione di un relativo registro.
Una presenza silenziosa, ma attenta al dibattito sul tema che approderà in consiglio venerdì. Attraverso Il Settimanale della Diocesi, il consiglio direttivo del Forum ha proposto una riflessione che «ricopia analoghe iniziative che ormai da 20 anni vengono attivate da talune amministrazioni comunali, con risultati effettivi piuttosto scoraggianti visto il fallimento generalizzato in termini di iscrizioni reali».
Esprimendo preoccupazione «per l’iter in corso, che sembra si voglia far procedere a tappe forzate, senza un adeguato confronto cittadino sulle complesse questioni associate», il sodalizio ricorda di essere «espressione di associazioni che quotidianamente operano a fianco e a sostegno delle realtà familiari di oggi» e, in forza di questo impegno, si è detto rattristato dall’aver colto, durante il lavoro delle commissioni consiliari «velate irrisioni verso la centralità tuttora attribuita all’unione formata dalle coppie regolarmente sposate». Il consiglio del Forum ha poi rilevato con stupore «che nell’incalzare degli argomenti contrari, gli stessi proponenti ammettano apertamente che il registro non avrà effetti pratici, che si tratta solo di “acqua fresca”», e si è detto rammaricato per «la scelta di rifiutare ulteriori discussioni in commissione, portando la delibera in consiglio comunale».
La riflessione passa poi al rilievo dei profondi cambiamenti nella società, che si riflettono anche nelle relazioni tra persone, sostenendo però che non ci si può limitare «a registrare la realtà di fatto, come se di fronte ad una crisi economica ci si rassegnasse alla stessa. Piuttosto è necessario attivarsi per ridare stabilità, sicurezza e capacità di proiettarsi nel futuro». «In quest’ottica – scrivono i membri del consiglio direttivo –, le analisi socio-economiche confermano che la famiglia tradizionalmente intesa quale unione tra un uomo e una donna, fondata sul patto matrimoniale e posta alla base della solidarietà tra le generazioni, è ancora oggi una straordinaria risorsa capace di mitigare le crisi, di accompagnare le svolte epocali e di dare solidità al tessuto sociale, riconfermandosi quale cellula fondamentale di una società. La famiglia così intesa non è un semplice luogo di affetti e di cura tra soggetti partecipanti a libere convivenze. È piuttosto una società di persone, le quali pubblicamente e di fronte allo Stato decidono di costituirsi in un progetto di lunga durata, destinato a produrre del capitale umano, sociale e relazionale del quale beneficerà l’intera collettività».
Il Forum tiene a sottolineare che la realtà cui fanno riferimento è «la famiglia intesa dalla Costituzione nell’art. 29. Essa costituisce la vera, grande risorsa rinnovabile sulla quale occorrerebbe investire. Si resta perciò “sconcertati a fronte di forze politiche e culturali preoccupate, paradossalmente, di indebolire ulteriormente la famiglia: il riferimento è al tentativo di regolamentazione giuridica delle cosiddette unioni di fatto, per le quali anche in Italia alcuni gruppi avanzano pressanti richieste di riconoscimento, in termini che si vorrebbero analoghi, se non identici, a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio; una tutela che, nelle intenzioni, verrebbe estesa anche alle unioni omosessuali”, come ha ricordato la Conferenza Episcopale Italiana con riferimento proprio ai registri delle unioni civili».
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