
Cronaca / Lecco città
Martedì 03 Giugno 2025
Robbiate, incidente mortale: si apre ora il processo per la morte di Maurilia Corno
Si è aperto il processo per la morte di Maurilia Corno, la 69enne di Robbiate travolta in bicicletta nel gennaio 2024. Imputata una 39enne vicina di casa, alla guida dell’Audi che investì la donna in via Colleoni. L’accusa è omicidio stradale.
Robbiate
Prima la richiesta di archiviazione, formulata dalla procura, poi l’opposizione dei parenti di Maurilia Corno (la vittima), e l’imputazione coatta ordinata dal tribunale. Ora è arrivato il momento del processo, apertosi ieri davanti al gup Salvatore Catalano, nei confronti della donna che, alla guida della sua Audi, ebbe l’incidente costato la vita alla 69enne di Robbiate (il comune in cui si verificò tragedia), travolta in bicicletta ai primi di gennaio 2024.
L’automobilista 39enne, assistita dall’avvocata Noemi Mariani, del foro di Monza, era vicina di casa della vittima, e ora deve rispondere del presunto reato di omicidio stradale. L’udienza di ieri è servita per la chiamata in causa dei responsabili civili, rappresentati dal marito dell’imputata, proprietario del veicolo e dalla compagnia assicurativa. Il giudice ha aggiornato il processo ai primi di dicembre, ma sembra probabile che l’imputata voglia affrontare il dibattimento, forte anche di una prima richiesta di archiviazione avanzata in precedenza dagli inquirenti.
Maurilia Corno, 69 anni, stava pedalando in contromano lungo via Sebastiano Colleoni: morì a quattro giorni di distanza dall’incidente del 4 gennaio dello scorso anno. Quel giorno era stata travolta dall’Audi condotta dalla sua vicina di casa. Corno stava percorrendo via Colleoni in sella alla sua bici. Quella strada, riservata ai residenti e lontana un centinaio di metri dall’abitazione della 69enne, era stata resa a senso unico da un paio d’anni dall’amministrazione comunale perché considerata pericolosa.
L’impatto era stato violento e aveva sbalzato la 69enne a terra, e contro i cordoli delle aiuole provocandole lesioni che purtroppo si erano rivelate fatali. Dopo le prime cure, la donna era stata trasportata all’ospedale san Gerardo di Monza in condizioni disperate. La famiglia aveva acconsentito al prelievo degli organi: «È stato l’ultimo gesto d’amore di mia madre, una donna che per tutta la sua vita si è spesa e ha vissuto per gli altri», aveva dichiarato il figlio Matteo Colleoni, che adesso si è costituito parte civile assieme al padre.
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