
Canottaggio / Lago
Mercoledì 08 Ottobre 2025
Shangai, trionfo di Andrea Panizza:
oro e argento ai Mondiali
Il canottiere di Mandello torna con due medaglie iridate e viene accolto da una folla in festa. Nel futuro, il beach sprint e forse le Olimpiadi del 2032
Mandello del Lario
Ritorno trionfale a casa di Andrea Panizza dalla Cina. Tra gli effetti personali in valigia, una medaglia d’oro che potremmo dire di «routine» ed una d’argento arrivata quando meno te l’aspetti. Entrambe conquistate ai Mondiali Assoluti di Shanghai a fine mese di settembre. In gara tutto testa, cuore e remi. Ma dopo ben due podi iridati, Andrea si è concesso qualche giorno di vacanza da turista in terra cinese e quando è tornato a Mandello due giorni fa, gli hanno preparato una grande festa a sorpresa. Il tempo di arrivare in piazza della chiesa di San Rocco, all’ingresso di Olcio, ad attenderlo una folla di amici plaudenti e festeggianti con palloncini, brindisi e torte.
Quelle due medaglie, conquistate a tre giorni di distanza una dall’altra, che significato hanno? «L’oro in quattro di coppia di giovedì, non dico che sapevamo di averlo già in tasca, dopo le vittorie in batteria in semifinale, però ci sentivamo in gran forma e sicuri. Tanto più che non c’era l’Olanda che a Parigi 2024 era arrivata prima e noi secondi. Il quattro di coppia orange non si è presentato a Shanghai perché l’equipaggio si è diviso tra l’otto e il quattro senza».
E l’argento dell’otto mix perché brilla più del sole? «Quello nel gran finale di domenica 28 settembre, mai avremmo pensato di conquistarlo. Innanzi tutto perché l’otto mix, maschi e femmine, è una specialità nuova e quindi non sai con chi ti trovi a giocartela. Poi guardando le nazioni in gara, ti trovi a far di conto con i “mostri” storici delle ammiraglie di entrambi i generi. Vedere che tutti noi delle barca azzurra andavamo così tanto all’unisono, nonostante io e Giacomo non siamo abituati a remare di punta, è stata una gioia che confesso di non avere mai provato e che resterà indelebile. Ci siamo davvero divertiti e mi spiace che l’otto mix, ancora sperimentale, non ci sia a Los Angeles 2028. Dicono che lo metteranno ai Giochi del 2032. Speriamo sia così».
Ci sarete tutti e quattro nel 2032? «Per adesso pensiamo a Los Angeles 2028, ma non mettiamo limiti: io ho 27 anni, Luca Chiumento e Giacomo Gentili 28 e Luca Rambaldi 30. Ci staremmo certamente con l’età, perché canottieri si è sempre, ma c’è anche da dire che strada facendo poi le carte si mischiano».
Il titolo mondiale 2025 ritorna dopo 7 anni, con tre dei quattro del 2018. Ma non sono sempre state rose e fiori. «Tutt’altro. Dopo l’oro del 2018, abbiamo preso l’argento l’anno successivo, ma poi c’è stata la malattia di Filippo Mondelli, che ce l’ha portato purtroppo via e siamo andati a Tokyo 2020, io Giacomo Gentili, Luca Rambaldi e Simone Venier. Purtroppo si era rotto quel legame che c’era e un errore ci ha portato a finire quinti, ovvero al di sotto delle nostre possibilità».
Però siete riusciti a ricostruire. «È stato difficile, ma ce l’abbiamo fatta, con l’entrata in barca di Luca Chiumento. In questi ultimi sei anni abbiamo portato a casa cinque titoli europei e una Coppa del Mondo e l’argento olimpico».
Però, l’anno scorso a Parigi Luca Rambaldi non era con voi, ma nel doppio. «Sì. Dopo l’oro alla Coppa del Mondo di Varese a giugno, sono stati fatti diversi test per portare il quadruplo migliore in Cina. Due mesi prima di questo Mondiale, ovvero a luglio scorso, il direttore tecnico Antonio Colamonici ha rimesso nel quattro Rambaldi, con me, Gentili e Chiumento, perché si era dimostrato il più veloce. Ci siamo guardati in faccia e siamo stati tutti d’accordo di mettere alle spalle il passato e di pensare solo a rivincere insieme. Tutto ha funzionato a meraviglia».
Tra pochi mesi arriveranno le Olimpiadi invernali. Se non sbaglio avevi accarezzato l’idea di fare anche il bob. «Esatto. Con i miei amici del lago che praticano questo sport, ho fatto anche diverse gare in Austria e mi sono tolto pure delle soddisfazioni, ma alle selezioni in Germania ho capito che sarebbe stato meglio impegnarmi nel canottaggio, quindi ho messo il bob in stand by».
Alternative? «Il beach sprint, la nuova disciplina olimpica, tra vogate in mare e corse sulla spiaggia, nel programma di Los Angeles 2028, dopo il canottaggio. A novembre Giacomo Gentili ed io andremo ai Mondiali di Antalya in Turchia nel quattro mix e poi staremo a vedere».
Insomma non ti fermi mai. Chi ti dà tanta carica? «La mia famiglia, mamma Agnese e papà Fiorenzo, la mia ragazza Chiara, le mie sorelle, mia nipote, oltre a tutti gli sponsor ed amici che mi seguono e credono in me. Da lassù, poi, ci sono sempre con me Filippo Mondelli e Giuseppe Moioli, che mi aiutano a spingere la barca».
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