
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 30 Luglio 2015
Soccorsi sui monti: non c’è la multa
per gli imprudenti
La normativa regionale approvata a marzo, ma non ci sono ancora i provvedimenti attuativi. E così finora nessuno ha messo mano al portafoglio.
Salgono in alta quota con le scarpe da tennis e poi chiamano l’elicottero, ma niente multa. La legge c’è, ma per il momento non viene applicata. Nonostante le recenti novità normative, gli alpinisti e gli escursionisti imprudenti non pagano i soccorsi in caso di comportamenti irresponsabili.
La nuova normativa regionale sul soccorso alpino è stata approvata a marzo e prevede una compartecipazione alle spese di soccorso in caso di comportamento imprudente. Una normativa attesa da anni e salutata con favore da gli addetti ai lavori e dalla cittadinanza. Ma finora sembra che nessuno abbia messo mano al portafoglio. La questione è tornata d’attualità in varie occasioni – senza tuttavia registrare vicende eclatanti dal punto di vista delle conseguenze sanitarie – nelle prime settimane d’estate e si è ripresentata pochi giorni fa in Valle Spluga. Nella zona del passo è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso dopo la chiamata di due escursionisti che si trovavano nella zona del Suretta. L’Aw 139 della base di Caiolo, con l’equipe a bordo, è partita alla volta del territorio comunale di Madesimo, ma non ha trovato le persone che avevano richiesto aiuto. Successivamente l’intervento da terra di una squadra del Soccorso alpino ha permesso di recuperare i due, in ottime condizioni di salute, ma non erano equipaggiati in modo adeguato e si erano smarriti, probabilmente anche a causa di una conoscenza inadeguata della zona. Di fronte a questa evidente carenza, è stato spontaneo chiedersi se con la nuova legge fosse stato previsto un pagamento – almeno parziale – dell’intervento. La risposta è negativa.
L’articolazione aziendale territoriale di Sondrio diretta dal medico Paolo Della Torre non ha ricevuto indicazioni di questo tipo. «La legge c’è, ma da quanto sappiamo c’è bisogno di alcuni passaggi prima della concreta attuazione. Ora noi non abbiamo ancora traccia di questi provvedimenti attuativi. Siamo ancora in attesa di ricevere dei chiarimenti, poi provvederemo sulla base di quanto ci viene richiesto dalla Regione. Al momento per noi non ci sono novità». Neanche la Settima delegazione del Soccorso alpino di Valtellina e Valchiavenna – come rileva il responsabile provinciale Gianfranco Comi - ha ricevuto indicazioni sull’applicazione della legge regionale 65. Sulla base del testo non è stato chiarito quale sia l’eventuale coinvolgimento dei responsabili del Cnsas nella definizione di eventuali responsabilità. Di sicuro i capistazione sono preparati sia per definire l’adeguatezza dell’equipaggiamento, preparazione e conoscenza degli itinerari.
L’argomento, al di là delle spese a carico degli escursionisti imprudenti, è delicato. Di fronte alla chiamata, i soccorritori partono per aiutare le persone in difficoltà indipendentemente da eventuali responsabilità. Tra l’altro, va osservato che secondo gli addetti ai lavori non si osservano numerosi casi di imprudenza sulle montagne della provincia di Sondrio. Non sono disponibili statistiche relative a eventuali variazioni degli ultimi anni, ma sembra che non ci siano stati grandi cambiamenti. Come ben sanno gli operatori dei soccorsi, non è la montagna l’ambiente dove si registra il maggior numero di incidenti dovuti a imprudenza. Basta un confronto con quanto accade sulle strade per ricordarsi che gli ambiti nei quali la responsabilità è un fattore cruciale sono vari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA