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Martedì 05 Marzo 2013
Sondrio, troppe scelte sui licei
«I genitori sbagliano a vedere vantaggi»
E' un fenomeno difficilmente comprensibile, ma credo prevalga nella scelta dell'indirizzo di scuola superiore un modello culturale che fatica a scomparire dalla testa dei genitori
Sondrio - Come proseguire gli studi al termine della terza media? La scelta indubbiamente non è delle più semplici, soprattutto se si considera che chiamati in causa sono ragazzini di 13 e 14 anni, per i quali però l'opinione di mamma e papà pare avere un peso preponderante, al di là delle ambizioni e delle abilità del proprio figlio.
In sintesi questa è l'opinione di Carlo Zanesi, dirigente dell'istituto comprensivo "Paesi orobici" di Sondrio invitato a commentare il quadro, ad iscrizioni 2013-2014 terminate, che va delineandosi il prossimo settembre con i licei che sembrano essere al top della classifica del gradimento degli alunni.
Un dato, questo, in controtendenza con quanto sta accadendo in altre realtà, dove l'istruzione tecnica invece prevale su quella liceale.
«E' un fenomeno difficilmente comprensibile - ammette Zanesi -, ma credo prevalga nella scelta dell'indirizzo di scuola superiore un modello culturale che fatica a scomparire dalla testa dei genitori».
Un liceo insomma pare ancora essere sinonimo di carriera e di lavoro assicurato. «Le famiglie, considerando i risultati emersi alla chiusura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico - prosegue nella sua disanima il dirigente -, evidentemente vedono nei licei una mobilitazione sociale di questo tipo e quindi un successo futuro nel potersi affermare sul posto di lavoro: una garanzia di successo». Peccato che i dati statistici parlino di un sempre più crescente numero di laureati disoccupati.
«Purtroppo nel fare questa scelta conta ancora molto ciò che nel loro immaginario i genitori propongono» e sognano per il bene dei propri figli, dimenticandosi magari che alla fine degli studi bisogna fare i conti con la realtà oggettiva del mondo del lavoro, oggi pesantemente colpito dalla crisi.
Avendo ben presente la situazione, essendo alla guida della media Sassi del capoluogo, Zanesi rimarca come «ci siano parecchi ragazzi di culture diverse da quella italiana che al contrario scelgono di concentrare le loro forze su una scuola professionale».
«Alcune volte questa scelta viene caldeggiata dalla scuola stessa di provenienza, soprattutto alla luce di una preparazione che, per chi è straniero, può essere più fragile. Ma spesso sono le stesse famiglie di questi ragazzi che individuano il settore scolastico professionale come quello che in un futuro non lontano possa consentire un immediato inserimento nel mondo del lavoro» conclude ancora Zanesi. Ecco dunque che «chi all'inizio del percorso di studi superiori potrebbe sembrare svantaggiato alla fine si troverà privilegiato, avendo un accesso quasi immediato nel mondo del lavoro».
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