Sono morti i cedri

di Sant’Ambrogio

Il parroco ha chiesto al Comune di intervenire

Ma è necessario il parere della Sovrintendenza

Merate

Saranno abbattuti al più presto gli otto alberi che sorgono ai lati del sagrato della chiesa prepositurale di Sant’Ambrogio.

Lo scorso mese, il parroco don Luigi Peraboni ha infatti richiesto all’amministrazione comunale di procedere. Allegata alla domanda ha inviato la perizia fatta eseguire sugli alberi da cui risulta che sono ormai «irrecuperabili».

In base al documento, predisposto da un esperto sia sulla base di osservazioni dirette sia sulla base di analisi chimiche effettuate su chioma, tronco e radici, gli otto cedri del Libano si trovano in condizioni «pessime» e la loro salute è tal punto «compromessa» che gli alberi sono da considerarsi «irrecuperabili».

Una situazione nota, dal momento che già da anni si discute dell’argomento. Ma che, evidentemente, nel corso degli ultimi tempi si è ulteriormente aggravata tanto da portare la parrocchia a preoccuparsi seriamente del possibile cedimento degli alberi e procedere con la richiesta di abbattimento.

Da Palazzo Tettamanti, tuttavia, non è arrivato l’atteso “sì” semplicemente perché la competenza non è comunale.

«Quando abbiamo ricevuto la richiesta del parroco - ha spiegato il sindaco Andrea Massironi - ci siamo informati. Ci è stato spiegato che, per casi come questi, la sovrintendenza ha un contatto diretto con la Curia, alla quale la parrocchia si deve rivolgere. Di conseguenza, abbiamo comunicato al parroco la procedura da seguire».

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