
Cronaca / Merate e Casatese
Sabato 07 Giugno 2025
Spaccio di droga, quattro arresti tra Lecco, Milano, Varese e Cagliari
Nel corso dell’indagine sono stati eseguiti anche cinque arresti in flagranza di reato, nonchè un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per oltre 615mila euro su denaro contante, conti correnti riconducibili agli indagati e appartamenti e immobili di lusso nella loro disponibilità.
Merate
Cocaina, hashish e marijuana (compresa una sostanza denominata Dry contenente Thc, il principio attivo della cannabis) venduta a vari clienti sparsi in tutta la Lombardia. Quattro uomini sono stati arrestati per traffico di droga tra Lecco, Milano, Varese e Cagliari dai carabinieri delle Stazioni di Settimo Milanese e Cornaredo (nell’hinterland del capoluogo). All’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip milanese Anna Calabi, hanno collaborato i militari delle compagnie di Cagliari e Merate. Si tratta di italiani, marocchini e albanesi, tra i 32 e 67 anni, che agivano prevalentemente nei comuni di Milano, Settimo Milanese e Cornaredo: Roberto e Davide Carniti, 67 e 38 anni, Albert Gjerkaj, cittadino albanese (agli arresti domiciliari), 42 anni, e il marocchino Mohammed Amaoui, classe 1995.
Nel corso dell’indagine sono stati eseguiti anche cinque arresti in flagranza di reato, nonchè un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per oltre 615mila euro su denaro contante, conti correnti riconducibili agli indagati e appartamenti e immobili di lusso nella loro disponibilità. Il provvedimento, secondo quanto reso noto da una nota dei carabinieri del comando provinciale di Milano, nasce da un’indagine dei carabinieri delle Stazioni di Settimo Milanese e Cornaredo nel mese di marzo 2024, realizzata con indagini tradizionali e intercettazioni telefoniche che hanno ricostruito come i quattro gestivano il traffico di stupefacenti.
Nella prima tranche delle indagini, nel novembre 2024, era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per altri tre. Stando a quanto emerso negli atti, “gli indagati erano in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza della clientela, spacciando sostanze stupefacenti non solo a clienti abituali, ma anche quantitativi rilevanti ad altri spacciatori”.
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