Spese pazze, inchiesta verso il processo

Costanzo e Bordoni: «Non abbiamo rubato»

I due ex consiglieri regionali valtellinesi di Forza Italia e Pd si proclamano innocenti

«Nessuna mutanda verde da nascondere» - «Mai approfittato del ruolo ricoperto»

Sondrio

Alla fine le notifiche di conclusa indagine sono arrivate, a tutti. E insieme ad esse si sono sollevati malumore e perplessità.

La prospettiva di affrontare un processo penale per peculato

non piace a nessuno, certamente non a chi è convinto di avere agito nel rispetto delle normative vigenti.

È il caso dei due ex consiglieri regionali sondriesi Giovanni Bordoni, nell’indagine per le spese sostenute dal 2008 al 2010 e Angelo Costanzo del Pd, nel mirino per i rimborsi chiesti per l’attività svolta dal 2010 al 2012 , quando è decaduto per ineleggibilità.

Entrambi si dicono stupiti e dispiaciuti. «Speravo che la questione si chiudesse prima, che non si dovesse arrivare a processo - le parole di Bordoni che subito dopo aver saputo di essere tra gli indagati si era dimesso dal ruolo di consigliere comunale a Sondrio - . Sono stato avvisato dal mio avvocato e certamente presenteremo nuove memorie: sono convinto di aver fatto le cose in maniera del tutto regolare. Non ho mutande verdi da nascondere, tanto per intenderci».

Ancor più sconcertato dal mancato stralcio della sua posizione dall’indagine è il rappresentante del Pd che aveva sperato di aver chiuso l’intera vicenda con il colloquio davanti ai giudici della procura milanese. «Non ho alcuna spesa individuale nel mio elenco - ricorda Costanzo facendo scorrere la lista delle spese che i pm gli contestano -: non ci sono richieste di rimborsi per benzina o di spese telefoniche. Niente di tutto questo. Ci sono soltanto dei pasti e dalle cifre modeste perché il mio stile non è quello del nababbo, non sono andato a Milano per consumare champagne e ostriche. Ho svolto il ruolo di consigliere regionale con passione, in nome del territorio che rappresentavo e nel pieno rispetto delle regole. Pensavo di aver chiarito questa modalità di lavoro con i giudici». Anche perché tra tutti gli indagati Costanzo è quello cui viene contestata la cifra complessiva più bassa di rimborsi: 3.175,40 euro.

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