
Cronaca / Valchiavenna
Sabato 21 Aprile 2018
«Strade sicure? Un obiettivo da raggiungere. Ma Serve tempo»
Ne ha parlato ieri il membro del Granconsiglio Michael. Occasione l’apertura della sede Cisl a Sankt Moritz.
Dopo l’incubo slavine e le chiusure, per la strada del Maloja si cercano soluzioni. Il Cantone dei Grigioni è al lavoro su questo fronte, ma ci vorranno più di 120 milioni di euro e una buona dose di pazienza, perché la tempistica dei lavori non è ancora stata definita. Si è parlato di lavoro e altre questioni sindacali, ma anche di viabilità transfrontaliera in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del patronato Inas Cisl e del sindacato elvetico Syna ieri a Sankt Moritz.
Il taglio del nastro è avvenuto al termine di uno degli inverni più difficili negli ultimi decenni per migliaia di frontalieri valchiavennaschi. Nelle scorse settimane i lavoratori sono stati costretti a passare dal Bernina o a pagare l’elicottero per raggiungere il luogo di lavoro o tornare a casa dopo la chiusura della cantonale tra Plaun da Lej e Sils per il rischio di valanghe.
La domanda è da tempo, sia per i lavoratori, sia per tutte le altre persone che devono andare dalla Bregaglia all’Engadina e viceversa, sempre la stessa: quando verrà messa al sicuro questa strada? «Quest’inverno ha dimostrato quanto sia rilevante il problema - ha spiegato il rappresentante bregagliotto al Granconsiglio di Coira Maurizio Michael -. Purtroppo non ci saranno soluzioni a brevissimo tempo, bisogna ragionare sul lungo periodo. Ma se ne sta discutendo ai massimi livelli delle istituzioni grigionesi con il consigliere di Stato Mario Cavigelli, per fare sì che anche a Coira si percepisca quanta attenzione c’è nella zona di confine rispetto a questo tema». Michael ha ricordato che le chiusure si sono verificate in momenti importanti per il turismo come il weekend della Engadin skimarathon, il periodo pasquale e la scorsa settimana per ben tre giorni consecutivi.
«Servono soluzioni concrete e nel limite del possibile definitive, anche perché il clima fa sì che ci siano sempre più spesso intense nevicate in poche giornate e questo aspetto fa aumentare il pericolo di slavine». Ma anche se si parla della ricca Svizzera, la coperta rischia di essere corta, perché secondo le stime disponibili per realizzare le gallerie e i tracciati alternativi ci vogliono oltre 160milioni di franchi, pari a 120 milioni di euro, e in un Cantone molto vasto come quello che ha per capitale Coira ci sono anche altre criticità simili. Non è possibile definire degli orizzonti temporali, ma si sa che presto gli enti svizzeri comunicheranno lo stato preciso della situazione alla popolazione.
«Ci sono varie problematiche che vanno al di là delle possibilità del Canton Grigioni, sia dal punto di vista economico, sia alla protezione dell’ambiente. Il Cantone sta progettando il nuovo tracciato. Bisogna cominciare dai punti in cui si può essere più incisivi».
Lavori da spalmare su più anni, insomma. Un po’ come avviene quando si parla di passi, questa tematica è rilevante per due Paesi, anche se i problemi non sono in cima a un valico, ma esclusivamente nella parte elvetica di una strada dalla valenza internazionale. «Io auspico che non ci sia soltanto la Svizzera in questo percorso, spero che anche da parte italiana ci sia un’attenzione particolare, perché questi problemi incidono sulla vita economica e sociale della Valchiavenna e dei territori limitrofi», conclude Michael.
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