
Traforo del Mortirolo
Nato il comitato
Il gruppo, «supportato e sollecitato dalla gente», è presieduto da Paolo Oberti - «Abbiamo bisogno di uno sbocco. Lo Stato ha il dovere di trovare le risorse»
Valtellina mai più isolata. Si chiama “Traforo Mortirolo Ora” il comitato nato con atto notarile mercoledì a Tirano, presieduto da Paolo Oberti della ditta di trasporti Solog di Tirano e formato per ora da una dozzina di persone. Scopo quello di promuovere la realizzazione del traforo stradale (non ferroviario) per collegare la Valtellina alla Valcamonica e scongiurare il rischio di isolamento della provincia di Sondrio.
«Gli ultimi eventi capitati sulla 36 hanno fatto capire alla gente cosa vuole dire la chiusura della statale – ha detto Oberti alla presentazione -. Per lo sviluppo del territorio, per le merci in uscita ed entrata e per il turismo è obbligatorio avere garantiti accesso e uscita dalla Valle. La Valtellina è terra sempre più lontana dalla quale è difficile spostarsi. I trafori sono richiesti in primis dagli autotrasportatori; il numero dei camion che circolano sulle strade sono indice della salute economica di un Paese. Tirano è sempre stata considerata la capitale della logistica valtellinese: si pensi alla ferrovia Sondrio-Tirano, che era privata, prima di essere resa statale nel 1965 con mio padre sindaco, Aldo Oberti. Si pensi alle imprese Fumagalli, poi trasferitasi a Milano, Perego, Solog, Stps che si chiamava Int e aveva sede a Tirano, Robustelli e Maganetti. Questo fattore è dato dalla vicinanza del collegamento con la Svizzera e perché Tirano è in un crocicchio di strade fra Svizzera, Bresciana, Alta e Bassa Valle».
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