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Mercoledì 03 Aprile 2013
Troppe visite, 65 medici
scrivono lettera all'Azienda
In sostanza, ai medici viene chiesto, per ogni ambulatorio, di prevedere in agenda un 10% in più di appuntamenti in modo da "rientrare" di quel tot di prenotazioni che non vanno a buon fine per il fatto che i pazienti non si presentano alla visita senza prima avvisare
In sostanza, ai medici viene chiesto, per ogni ambulatorio, di prevedere in agenda un 10% in più di appuntamenti in modo da "rientrare" di quel tot di prenotazioni che non vanno a buon fine per il fatto che i pazienti non si presentano alla visita senza prima avvisare.
«È il fenomeno, cosiddetto, del "drop out" - spiega Silverio Selvetti, referente provinciale e consigliere nazionale Anaao Assomed - cioè delle defezioni di potenziali pazienti prenotati che va a ripercuotersi negativamente sulle liste d'attesa e sul lavoro di medici e infermieri proprio perché non c'è l'accortezza da parte dell'utente di avvisare del fatto di non poter essere presente all'appuntamento fissato. Finisce, quindi, che i medici si ritrovano con dei "buchi", magari di mezz'ora, che potrebbero essere utilizzati per vedere altri pazienti in lista d'attesa. Motivo che ha spinto la Regione a introdurre il sistema dell'overbooking, cioè di inserire in agenda un tot di prenotazioni in più a "tampone" di questa situazione, che, però, se può essere accettabile in linea ideale, diventa insostenibile, quando attuata in modo draconiano. Cosa che sta avvenendo in Aovv con conseguente sollevazione dei medici di tutti i presidi, anche se a soffrire di più sono i colleghi in servizio a Sondrio».
Che, pochi giorni fa, hanno inoltrato una missiva alla direzione strategica dell'Aovv, nelle persone del direttore sanitario e direttore generale facente funzioni, Tommaso Saporito, e del direttore amministrativo Beatrice Stasi.
Lettera inoltrata anche ai sindacati in cui si denuncia l'insostenibilità del sistema dell'overbooking in quanto «mette potenzialmente a rischio la qualità della prestazione costringendo il medico a non rispettare i tempi operativi di visita ritenuti sicuri per il paziente. Che, peraltro, si ritrova in questa situazione senza averne la consapevolezza, costretto a pagarne le conseguenze per negligenze di altri».
Secondo i medici, quindi, in ciò supportati dai sindacati, è del tutto sbagliato far ricadere gli effetti del "drop out" di alcuni su tutto il sistema. «A nostra volta, venerdì scorso, abbiamo inoltrato una lettera ai vertici aziendali - spiega Selvetti - sposando in toto la causa dei colleghi, perché la situazione è divenuta insostenibile. Anche se comprendiamo le motivazioni dell'overbooking, non è questo il modo per farvi fronte. L'unica è far pagare il ticket alla prenotazione, come accade altrove. Dopodiché la nostra speranza è che si definiscano la più presto gli assetti aziendali, perché lavorare in questo modo è molto difficile».
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