
Varenna, vietati i “Sì” per i non residenti
Esercenti in allarme
La decisione della Curia di Milano non piace
Ogni anno stranieri ma anche lecchesi si sposano qui
Confcommercio: «Si vive di turismo, portano lavoro»
Varenna
Nella parrocchia di San Giorgio, così come nelle altre chiese che fanno capo alla Curia di Milano, potranno sposarsi solo i residenti o coloro che hanno un forte legame, dimostrabile, con il paese.
La scelta, che già è regola in altri territori da tempo, rischia però di tagliare un grande indotto commerciale e turistico al paese.
Negli ultimi anni, nel periodo dei fiori d’arancio, da aprile a settembre, nella parrocchia di San Giorgio sono stati celebrati più di una decina di matrimoni al mese. Solo lo scorso settembre sono stati quattordici.
Sposi che poi nella maggior parte dei casi, organizzano il pranzo, o il rinfresco nei ristoranti e locali del paese. E nel caso di stranieri, parecchi americani, c’è anche il soggiorno negli alberghi.
«La decisione arriva dalla Curia di Milano - dice don Angelo Viganò, parroco di Perledo e amministratore della chiesa di San Giorgio -, fa parte del Sinodo e chiarisce che ci sposa nella propria parrocchia di riferimento, o in casi particolari in una parrocchia a cui si è molto legati».
Dunque difficilmente una coppia di americani o di australiani che vorrà sposarsi con rito cattolico, potrà farlo a Varenna. E sarà difficile anche per una coppia di lecchesi giurarsi eterno amore nella chiesa di San Giorgio, cosa che invece fino a oggi è stata prassi frequentissima. E gli esercenti sono già in allarme.
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