Lecco, parla Minadeo: «Mercato, giovani e sostenibilità. Lavoriamo da squadra»

Il direttore sportivo esce allo scoperto e parla della vendita di Buso, di Martic e Zanellato, ma anche delle voci su Redolfi e Patierno

Lecco

Antonio Minadeo, direttore sportivo del Lecco esce allo scoperto. E spiega punto per punto cosa sta facendo in queste convulse giornate. Innanzitutto precisa quanto la società sta prendendo dalla vendita di Buso: «Non è che abbiamo preso 700.000 euro tutti insieme. L’accordo è che ogni anno il Catanzaro ci dà una parte, una tranche, per tre anni. Dunque la cifra è diluita. Il riscatto obbligatorio doveva essere esercitato, però già era stato definito al 1 Febbraio 2025 ma non avremo 700mila euro in cassa tutti insieme. Comunque qualche soldino arriva…».

E la faccenda Martic e Zanellato? Si complica. «Sono stati tra virgolette accolti con un po’ di incertezza, ma ora sono diventati importanti per tutti. Abbiamo provato a tenerli e forse ce la faremo. Di sicuro ci riproveremo ma il problema è solo e puramente di natura economica per Zanellato. Per Martic invece si sta parlando, si sta dialogando. Se va in porto a noi fa piacere, se non va in porto significa che non l’abbiamo potuto fare. Zanellato, invece, ha altri parametri purtroppo, che ha sempre avuto nel corso della sua carriera. A gennaio avevamo fatto un autentico affare. Ma se mantiene i suoi standard non è proprio accostabile a Lecco». Stiamo parlando sui trecentomila all’anno lordi. Minadeo ammette: «Sì la dimensione è quella».

Parliamo del centrale difensivo del Mantova Redolfi: «Lui è un giocatore che abbiamo sondato. In questo momento lui ha ancora un contratto con una squadra di serie B, ma è un profilo che piace a tutti: a me, al mister, ma non è facile arrivarci perché il giocatore in questo momento è in B. Quindi è una trattativa che può andare avanti e si può fermare allo stesso modo».

Patierno? Voci di corridoio hanno parlato di un interessamento bluceleste. Ma Minadeo smentisce: «Le cifre di Patierno le conoscete. Lo sapete quanto costa Patierno? Quasi mezzo milione lordo. Se non qualcosa in più. Come facciamo a prendere Patierno se non prendiamo Zanellato? A prescindere che ha rinnovato fino al 2028 con l’Avellino. Non credo che se ne vada da lì».

Insomma, cosa cerca questo Lecco? Il diesse di Campobasso si scopre un po’: «Mancano una decina di figure alla rosa, ma siamo già avviati bene; siamo una delle squadre che in questo momento sta facendo il percorso che si era prefissato a maggio. L’allenatore è contento di come ci stiamo muovendo, la proprietà è contenta di quello che gli riportiamo ogni giorno. Speriamo di partire in ritiro con al massimo 4-5 giocatori ancora da prendere nel mese e mezzo restante di mercato».

E poi una conferma: «Siccome si è investito tanto sia emotivamente sia economicamente sul settore giovanile, porteremo almeno sei giovani della Primavera come convocati nel nostro raduno perché si vuole dare seguito al percorso fatto dal settore giovanile».

Quali sono, oltre ai soldi, il problema maggiore? Su questo Minadeo non ha dubbi: «Le strutture. Abbiamo sondato tutto il territorio, e come campi in erba è rimasto solo Barzago. Sulle strutture sia nostre che per il settore giovanile si fa fatica. D’altronde puntiamo sulla sostenibilità del progetto. Sia a livello tecnico, di giocatori da acquistare, che noi riteniamo forte, ma anche di strutture». E poi di giovani che possano dare un futuro a Lecco, sia in termini economici che tecnici. «La nostra sarà una squadra che avrà bisogno di un po’ di tempo per amalgamarsi ma sono fiduciose. È cambiato il metodo: tutte le decisioni sono condivise. Abbiamo il quadro chiaro di chi prendere con i prezzi, il costo delle procure, gli anni, le motivazioni. Le decisioni sono dell’allenatore e mie, poi la società si informa da noi e approva, o meno; Bonfanti manda la documentazione, pattuisce i compensi extra contratto (i premi) con gli operatori, i prestiti, le percentuali per le rivendite. Finalmente a Lecco il lavoro è di team. Non c’è un uomo solo al comando e gli altri che eseguono. Ognuno si prende la propria parte di responsabilità».

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