Sembra che il ruolo condizioni anche uno"tosto" come Monti. Il premier, appena diventato politico, ha paventato la possibilità di diminuire l'Imu sulla prima casa, e di poterla riservare ai Comuni. Peccato che in parlamento, nonostante le proposte di modificarla in quella direzione, il caro Monti ha sempre risposto picche. Ora tocca con mano la necessità di lisciare il pelo agli elettori, e quindi il rischio di contraddire i suoi principi e diventare un politico come tutti quelli che fino a ieri ha contestato come incapaci di affrontare i problemi del Paese. Non mi sarei aspettato di assistere a un tale cambio di rotta, e rinnegamento di quanto difeso finora.
Giuseppe Mauri Suello
L'Imu ha pesato, come ha pesato, sui nostri portafogli perché la situazione era sull'orlo del fallimento. Lo riconobbero i partiti che diedero al Governo tecnico l'incarico di provare a salvarci. La missione è stata compiuta, sia pure con sacrifici distribuiti non equamente, e ora si può guardare al futuro con minori angosce. Per questo Monti, e con lui Bersani e Berlusconi, dicono che l'Imu si può rivedere. Non subito, ma entro la fine della legislatura, alleggerendola per i ceti bassi e alzandola per quelli alti.
Che si debba andare in questa direzione lo raccomanda anche l'Ue: pretese da noi il risanamento dei conti, ci mette in allarme sul rischio povertà. Tutto questo non è anomalo, risponde al realismo. A proposito di realismo: non è impossibile che, dopo il voto, Monti, Bersani e Berlusconi si ritrovino a discutere della materia allo stesso tavolo. Se nessuno vincerà sia alla Camera sia al Senato, molti potrebbero evitare di perdere.
Max Lodi
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