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Giovedì 31 Luglio 2025
Addio ad Adriana Asti, fu protagonista
anche al Teatro di Lecco
Nella sua lunga carriera, l’attrice e regista recitò più volte al Teatro della Società. Nel 1982/83 fu Santa Giovanna diretta da Ronconi e nel ’96 portò in scena il suo Alcool
Lecco
È morta oggi a Roma, all’età di 94 anni, Adriana Asti, una delle più grandi attrici italiane. Fu indimenticabile per la sua straordinaria capacità attoriale, ma anche per la sua indipendenza, insofferente come fu alle congreghe di ogni tipo, preferendo sempre un percorso personale che alla fine l’ha sempre premiata. Tutto questo ha avuto un’origine in un certo senso profetica: a 17 anni (eravamo nel 1948) se ne andò di casa per seguire l’attore e regista Romolo Valli e la sua compagnia del “Carrozzone”. Fu poi amata e ammirata da grandi registi come Giorgio Strehler e Luchino Visconti, per non parlare della sua amicizia con Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci.
Nella sua lunga attività di attrice e regista, Adriana Asti ha calcato le scene di tutti o quasi i teatri italiani e non poteva certo mancare il Teatro della Società a Lecco. L’attrice arriva a Lecco nella stagione 1982/83; è protagonista di “Santa Giovanna” di Bernard Shaw per la regia di Luca Ronconi. Santa Giovanna (Saint Joan) è un’opera teatrale di George Bernard Shaw basata sulla vita e sul processo di Giovanna d’Arco. Nella stagione di prosa 1996/97, Adriana Asti porta a Lecco “Alcool”, un proprio testo, di cui è regista ed interprete insieme a Franca Valeri, due grandi protagoniste del nostro teatro. “Alcool” è una commedia ironica e sulfurea che tratteggia con implacabile disincanto un ritratto di famiglia borghese, popolato da personaggi che possono apparire sulle prime surreali e lunatici, per svelarsi però sorprendentemente emblematici di vizi e virtù molto umani. Per la stagione 2002/2003 ecco la Asti a Lecco impegnata in “DieNott” un’opera scritta e diretta da Franco Crivelli, un monologo interamente dedicato a Milano in cui si susseguono brani letterari alternati a canzoni, tutti riferiti al capoluogo lombardo.
Questi brevi cenni sulla presenza sul palcoscenico lecchese della Asti, ci permettono anche di riflettere sulla straordinaria qualità dell’offerta teatrale nella nostra città. Ricordiamo che dopo numerose vicissitudini, il Teatro della Società riaprì al pubblico nel 1969 con “Una delle ultime sere di Carnovale” di Carlo Goldoni con la regia di Luigi Squarzina. Seguono, poi stagioni di altissimo livello, basti dire che nella stagione 1982/83 quando Adriana Asti recitò in “Santa Giovanna”, sul palcoscenico lecchese passarono attori come Glauco Mauri, Vittorio Caprioli, Gastone Moschin, Paola Borboni Luca De Filippo e Giulio Bosetti. Un profilo altissimo che si ripeteva di stagione in stagione. Qualche anno dopo (1987/88) recitarono a Lecco Monica Vitti e Rossella Falk, Giorgio Albertazzi, Iaia Fiastri e Lina Sastri. Abbiamo parlato dell’attrice teatrale, di quella giovanissima che esordì in teatro nel 1951, recitando nel “Miles Gloriosus” di Plauto con la compagnia stabile di Bolzano, per ottenere il primo successo personale con una parte in “Il crogiuolo” di Arthur Miller per la regia di Luchino Visconti.
Ma Adriana Asti si dedicò spesso anche al cinema. Sempre Visconti la volle in “Rocco e i suoi fratelli” (1960); l’anno successivo recitò in “Accattone” di Pasolini e subito dopo ne “Il disordine” di Franco Brusati e nel 1964 in “Prima della rivoluzione” di Bernardo Bertolucci. Con Visconti lavorò ancora in “Ludwig”, fu, poi, nel “Fantasma della libertà” di Luis Bunuel. Recitò per Mauro Bolognini (“Per le antiche scale”; “L’eredità Ferramonti”; “Gran bollito”). Da protagonista è stata Felicita, la serva flaubertiana nella trasposizione scritta da Cesare Zavattini per Vittorio De Sica e realizzata poi da Giorgio Ferrara (“Un cuore semplice”). Recitò anche in televisione in alcuni sceneggiati di successo come “La fiera della vanità” (Anton Giulio Majano), “I Nicotera” (Salvatore Nocita), “Sabato sera dalle nove alle dieci” (Ugo Gregoretti). Doppiatrice, tra le altre, di Lea Massari e di Claudia Cardinale, è stata volto anche di film per la tv. Tra gli ultimi film “La meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana, che le aveva affidato il ruolo della madre dei protagonisti, i fratelli interpretati da Luigi Lo Cascio e Alessio Boni. Sempre per la televisione fu tra i protagonisti della miniserie “La famiglia Ricordi”, con la regia di Mauro Bolognini. Nel 2015 eccola in “A.A. professione attrice”, documentario di Rocco Talucci dedicato alla sua produzione cinematografica e teatrale, e nel 2023 di una puntata del programma televisivo “Le ragazze”, dove raccontò la propria infanzia, gli esordi e il successo teatrale e cinematografico.
«Adriana Asti – ha scritto Maurizio Porro - aveva un sense of humour di quelli che si conquistano a fatica ma che poi servono a tutti, amici e spettatori: lo prova l’alleanza con la Valeri culminata in Tosca e altre due, testo e film di una grande milanese come lei con cui Adriana ebbe fortunate sintonie, parte di un momento di vita culturale collettiva ormai scomparso».
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