
Cultura e Spettacoli / Lago
Giovedì 14 Agosto 2025
Andrea Vitali: «Bellano invasa
dai turisti ha perso la sua anima»
Lo scrittore lancia l’allarme sul fenomeno che travolge il Lario. E anticipa l’uscita del suo nuovo romanzo e l’arrivo in tv del maresciallo Maccadò
Bellano
Incontro Andrea Vitali in un caffè di Bellano in quella che in loco viene chiamata la “Contrada”. La potremmo definire un’intervista corale visto che lo scrittore bellanese per eccellenza è salutato da tutti o quasi quelli che passano. Tra loro anche due carabinieri che per ovvie ragioni hanno un’ammirazione particolare per l’inventore di quel maresciallo Maccadò che presto vedremo in uno sceneggiato televisivo. Andrea Vitali è reduce da un paio di mesi molto intensi in cui ha girato l’Italia per presentare i suoi romanzi. Dalla Puglia alla Toscana sino al Veneto sono state moltissime le località che lo hanno visto protagonista di altrettante presentazioni.
A questo punto possiamo dire che nessuno dubita più della reale esistenza del paese di Bellano?
Direi che la cosa è acclarata: Bellano esiste veramente. Piuttosto oggi la questione è un’altra visto che siamo noi bellanesi a non capire più chi siamo e dove abitiamo a fronte della letterale invasione di turisti che ci ha travolto. Viviamo in una periferia da cui dobbiamo scappare per trovare un po’ di pace.
Di questo fenomeno che interessa tutto il lago per non dire tutta Italia cosa ti ha impressionato di più?
Le scene di massa. Queste persone che in gruppo arrivano e vanno inseguendo non si sa bene che cosa. A questo proposito è stato illuminante il giudizio dell’antropologo Maurizio Bettini che in un suo saggio ha scritto di un certo tipo di turismo che considera un monumento qualsiasi monumento come un’occasione per fare un selfie.
Hai avuto occasione di incontrarti con i turisti che vedono il nostro lago come la luce dei loro occhi?
Ultimamente prendo il treno per andare a Milano quindi salgo spesso sui pullman che questa estate sostituiscono i treni. Tocco quindi con mano il numero esagerato delle persone che arrivano da noi. Peraltro devo dire che si tratta di un servizio sostitutivo che funziona alla perfezione. Temevo in un disastro annunciato e invece l’esperimento funziona.
Che rischi sono sottesi a questo turismo di massa?
Premetto che non ce l’ho con i turisti ma questa loro massiccia presenza rischia di snaturare qualunque paese di trasformarlo in un “luogo comune” cioè senza più un’anima. Un “luogo comune” è la Rimini d’estate; la Rimini delle discoteche e del divertimento a tutti i costi un posto in cui la gente si disinteressa di cosa sia veramente Rimini. Non importa più a nessuno sapere di essere in un certo posto quanto piuttosto immergersi in un “luogo comune” senza identità.
Torniamo alla presentazione dei tuoi romanzi in giro per l’Italia. C’è ancora interesse per questo tipo di incontri?
Diciamo subito che noi scrittori non riempiremo mai gli stadi ma c’è ancora tanta gente che viene alle presentazioni. Sono fortunato di avere uno zoccolo duro di lettori che mi segue con passione. È sempre bello trovare persone che ti dimostrano attenzione e ti ringraziano per avere trascorso qualche ora di serenità grazie alla lettura dei tuoi romanzi. Io non scrivo saggi che vogliono rivoluzionare il mondo racconto storie e mi piace sapere che incontrano il favore dei lettori. Certo poi ci sono anche delle storture. Ad un festival mi è capitato di essere vicino ad una persona che acquistava con grande interesse un “romance” come si dice oggi o “romanzo rosa” come si diceva un tempo. Il libraio mi ha poi fatto notare che la persona in questione acquistava quel romanzo soprattutto per il gadget che era allegato. Questo non va bene perché se compriamo un libro che probabilmente non leggeremo mai solo per il regalino che lo accompagna allora siamo messi male.
Veniamo ai tuoi romanzi ed in particolare a quelli che hanno per protagonista il maresciallo Maccadò. A che punto siamo con la riduzione televisiva che sta portando avanti la Rai?
A giugno sono terminate le riprese. Quindi per la fine di quest’anno sarà concluso il montaggio. Dovremmo poterlo vedere in tv nel 2026 ma è solo una mia ipotesi.
Quali saranno invece le tue prossime uscite in libreria?
Ad ottobre uscirà da Garzanti il nuovo romanzo che si intitolerà “I rimedi del dottor Aiace Debuché”. Poi per l’anno prossimo vedremo molto dipende dalla programmazione dello sceneggiato televisivo.
Mi sembra che affronti il tutto con grande serenità o sbaglio?
È vero guardo al mio futuro con una grande tranquillità d’animo. Sarà che ho riempito il cassetto di molte storie e lavoro con una libertà assoluta come piace a me. C’è poi la lettura l’altra mia grande passione. Ultimamente ho scoperto alcuni autori orientali birmani e vietnamiti che sono veramente notevoli. È vero che ho sempre letto con passione Murakami ma non credevo di trovare scrittori così potenti.
Continua anche il tuo interesse per gli autori classici?
Quello è un punto fermo. Tanto è vero che mi hanno invitato a tenere una conferenza all’interno delle celebrazioni del venticinquesimo dell’Ospedale Manzoni a Lecco ed ho scelto di proporre le “Variazioni sul mito di Elena” di Ghiannis Ritsos. Sarà una lettura a due voci e con me ci sarà Sara Vitali. È un testo straordinario una grande riflessione sulla nostra esistenza.
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