La Notte dei Poeti emoziona il Teatro Sociale

Kermesse Tre giornate nel segno di Kerouac e degli esponenti beat, chiuse con le premiazioni delle opere migliori. Testimonial della serata Francesco Baccini che ha conquistato il pubblico con le sue inossidabili “Donne di Modena”

C’è qualcosa di strano nell’aria. “C’è qualcosa di - pascolianamente - nuovo nel sole, anzi d’antico”: un fervore, una luce, un suono, che sembrano venire da lontano, ma che parlano al cuore. È la voce dei poeti che torna a farsi udire in città con il “Sondrio Book Festival” e “La Notte dei Poeti”, una kermesse artistico-letteraria targata associazione Progetto Alfa Odv con il sostegno del Comune di Sondrio, Provincia di Sondrio, Bim Adda e Fondazione Cariplo.

Kerouac e i poeti beat

Tre intense giornate nel segno di Jack Kerouac, l’artista statunitense della beat generation, con una mostra a lui dedicata a Palazzo Pretorio, partendo dalla letteratura per allargare lo sguardo alle arti, alla poesia e alla musica. Tutto sullo sfondo della IX edizione del “Premio internazionale di poesia Bertacchi” con la proclamazione, nella “Notte dei Poeti”, dei vincitori delle varie categorie al Teatro Sociale che vibra d’immenso su uno spartito di musica e parole.

È Cristina Turella che dà l’abbrivio con una toccante lirica di Maram al-Mastri dedicata alle donne iraniane in cerca di diritti e libertà, quelle “donne che tremano di rabbia e la reprimono e, come leoni in gabbia, sognano di libertà”. E non è certamente un caso la presenza di un testimonial della serata come il cantautore Francesco Baccini, che riceve un premio alla carriera proprio come artista poliedrico, anticonformista e “libero”.

Conquistano l’uditorio le sue “Donne di Modena” e un revival dell’antologia tenchiana, insieme all’altro mattatore - l’altra faccia della luna - quel Davide Rondoni, voce eccelsa del panorama poetico e drammaturgico contemporaneo, che serenamente plana tra le pieghe di “una felicità del tempo” persa in un anonimo autogrill a carezzare il vento che rompe la luce e le nubi del giorno, per rincontrarsi con un lieve turbamento là dove “non la giovinezza che cede, non l’età matura, non l’invecchiamento”, fa scoprire “una vera somiglianza là dove non si vede” tra padre e figlio.

L’arte della parola alata

Si entra poi nel cuore dell’agone poetico con la premiazione delle opere vincitrici che lievitano nell’aria come una canzone nella voce dell’anima di Gigliola Amonini. Veterani di cento battaglie, pur coi loro giovanissimi anni, Massimiliano Greco e Antonio Muraca esprimono la più grande soddisfazione per una manifestazione che continua a crescere e stupire perché «anche quest’anno tanti autori hanno toccato le corde del cuore affrontando temi di forte attualità con l’animo gentile e sensibile del poeta».

A loro il compito di esprimere il verdetto finale della competente giuria proclamando i vincitori delle varie categorie che si chiudono infine a Castel Masegra con la sezione “Narrativa e Saggistica”. Finiscono qui tre fervide giornate di grande respiro poetico, una boccata di ossigeno artistico che dà linfa alla voglia di tanti giovani di cimentarsi con l’arte della parola alata.

Una missione per “Progetto Alfa” che si è lanciato a capofitto nella mischia senza mai demordere, portando in città l’anima culturale dell’essenza poetica del Paese proiettandola verso il mondo intero. Una sfida vinta da tempo.

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