Lecco, il Teatro della Società riapre con Čajkovskij e Rachmaninov

Il rinnovato teatro ospiterà sabato un concerto con musiche di Čajkovskij e Rachmaninov, eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Milano e dirette da Tjeknavorian.

Lecco

Saranno due famose pagine di musica sinfonica, il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij e la Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov, a impreziosire la cerimonia di inaugurazione del rinnovato Teatro della Società di Lecco che torna finalmente ad essere punto di riferimento culturale della città di Lecco. Il concerto, con ingresso a invito, è fissato per sabato 29 novembre alle 17 con protagonista l’Orchestra Sinfonica di Milano, orchestra che il nostro teatro ha tenuto a battesimo e che ha visto crescere e animare le nostre stagioni sinfoniche.

Sul podio, a dirigere i due capolavori russi, ci sarà il trentenne direttore austriaco Emmanuel Tjeknavorian. Figlio d’arte e valente violinista, Tjeknavorian vanta un curriculum di tutto rispetto alla testa di numerose importanti orchestre come la Sinfonica Nazionale Danese, la Dresdner Philharmonie, l’Orchestre National d’Île-de-France, l’Orchestra della Toscana, l’Orchestre Symphonique de Mulhouse e la Sinfonieorchester Liechtenstein, i Wiener Symphoniker, la Württembergisches Kammerorchester Heilbronn, i Grazer Philharmoniker e la Philharmonie Zuidnederland, la Filarmonica della Scala, della Radio-Sinfonieorchester di Berlino, la Sinfonica della Radio di Francoforte, la Gürzenich Orchester di Colonia, la Royal Stockholm Philharmonic. Il giovane Tjeknavorian si avvarrà, per l’esecuzione del Concerto in re maggiore di Čajkovskij, della collaborazione di un altro giovane musicista, il violinista siciliano Andrea Obiso, violino di spalla dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Bambino prodigio, Obiso, che si è diplomato a quattordici anni al Conservatorio di Palermo e che ha vinto numerosi concorsi internazionali, ha già suonato con alcune delle più importanti orchestre sinfoniche del mondo e si è conquistato il privilegio di suonare un violino «Giuseppe Guarneri del Gesù 1741» affidatogli da Npo “Yellow Angel” e un arco «E. Pajeot» di proprietà della “Nippon Violin Co. Ltd.” di Tokyo.

Il concerto di Čajkovskij, composto nel 1878, unico suo concerto per violino, è una composizione irta di difficoltà tecniche e considerata «una delle pagine più funamboliche che siano mai state scritte per violino»; si pensi che ben due grandi violinisti dell’epoca, Iosif Kotek che aveva addirittura partecipato con consigli tecnici alla sua stesura, e il famoso Leopold Auer al quale era inizialmente stato dedicato, si sono rifiutati di suonarlo perché troppo difficile. Solo nel dicembre del 1881 il violinista Adol’f Brodskij ha finalmente accettato di suonarlo a Vienna. Stroncato dalla critica dell’epoca che l’ha giudicato «musica puzzolente di acquavite scadente in un’orgia russa», questo concerto di Čajkovskij ha successivamente conquistato pubblico e critica entrando nel repertorio dei virtuosi dell’archetto.

Ben diversa la vicenda della famosa Sinfonia n. 2 di Rachmaninov che, arrivata dopo il fiasco della sua Prima Sinfonia, si inserisce nel solco di quella lunga e illustre tradizione del post-romanticismo strettamente ancorata al sistema tonale e attenta a stabilire un forte legame fra creatività, espressività e comunicazione, e, soprattutto, uno stretto legame con l’ascoltatore. Si tratta di un’ampia sinfonia ricca di temi e melodie affascinanti che, eseguita per la prima volta il 26 gennaio del 1908 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo sotto la direzione dell’autore, ha incontrato i gusti del pubblico e ha ricevuto diversi importanti apprezzamenti, come quello del grande Gustav Mahler che l’ha definita «spontanea e naturale nel suo lirismo».

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