Un Carlo Verdone inedito incanta Bormio: la fotografia come silenzio eloquente

Il celebre attore e regista ha presentato la sua mostra fotografica, un’esposizione di scatti che rivelano un Verdone inedito e capace di emozionare anche senza parole

Bormio

Una folla entusiasta ha accolto Carlo Verdone domenica a Bormio, dove il celebre attore e regista romano ha presentato la sua mostra fotografica L’intelligenza del silenzio, allestita all’interno del museo civico e negli spazi della Banca Popolare di Sondrio. Un viaggio intimo e riflessivo che, grazie alla Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, rivela un Verdone inedito, capace di esprimersi anche attraverso l’arte fotografica, senza mai perdere la profondità dello sguardo che da sempre caratterizza il suo cinema.

«È una grande emozione essere qui – ha detto Verdone poco dopo l’arrivo – perché non conoscevo Bormio; in Valtellina ero passato molti anni fa, fermandomi però a Sondrio. Ma ora ho avuto modo di guardarmi intorno, ed è davvero un panorama meraviglioso. Ho mandato delle foto ad amici e ho scritto loro: “Guarda che aria, guarda che luce”. È un’accoglienza affettuosa, calorosa, e spero davvero che questa mia passione privata possa emozionare anche il pubblico».

Una passione, quella per la fotografia, che per Verdone nasce lontano dai riflettori. «La coltivo da anni – ha spiegato – ma è grazie a Elisabetta Sgarbi che ha preso una forma pubblica. Con lei ho potuto esporre in molti luoghi d’Italia, ma così in alto, geograficamente e simbolicamente, non ero mai arrivato».

La mostra propone una selezione di scatti che raccontano un mondo fatto di silenzi e contemplazione. «Il silenzio – ha detto Verdone – è indispensabile. In un’epoca dominata dal rumore e dalla frenesia, è un elemento prezioso che ci permette di pensare, riflettere, costruire pensieri profondi. Le mie fotografie cercano proprio questo: colori sospesi, immagini che galleggiano nel silenzio, una sospensione emotiva che invita alla riflessione».

Nel corso della serata, poi in piazza del Kuerc, è stato proiettato Borotalco, primo vero film d’autore nella carriera di Verdone e tributo sentito alla memoria di Eleonora Giorgi. «Con Borotalco – ha ricordato – ho dato inizio a un percorso nuovo, lasciando i personaggi grotteschi per un protagonista più vicino a me. È un film importante per la mia carriera, e lo è ancora di più oggi, perché rappresenta anche un modo per rendere omaggio a una cara amica che non c’è più».

L’arrivo di Verdone ha segnato uno dei momenti più attesi della Milanesiana 2025, che in Valtellina ha già fatto tappa a Livigno e che proprio a Bormio ha vissuto uno dei suoi apici. «È un anno eccezionale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Paola Romerio Bonazzi – con ospiti straordinari. Carlo Verdone, Ermal Meta, Eugenio Finardi, Elio Germano... non possiamo che essere orgogliosi di ospitare la Milanesiana nella nostra città».

Fondamentale il sostegno della Banca Popolare di Sondrio, come ha sottolineato il consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedranzini: «Mi fa piacere che si dica di noi che siamo motore di cultura, ma ci tengo a precisare che non lo facciamo per visibilità. La nostra idea di cultura non si limita alla sponsorizzazione: è un impegno concreto, che nasce dalla volontà di offrire qualcosa di autentico al territorio e alla sua gente, residenti e villeggianti. Siamo presenti dove gli eventi culturali hanno senso, portano valore, stimolano riflessione e crescita. La Milanesiana è uno di questi. Un progetto che abbiamo sostenuto fin dall’inizio, anche quando sembrava una scommessa per pochi. E oggi, dopo nove anni, possiamo dire che quella scommessa è stata vinta».

Pedranzini ha poi aggiunto: «Le fotografie di Verdone sono sorprendenti, perché ci mostrano un artista diverso, che si mette a nudo con grande sincerità. È come se avesse scelto il silenzio per raccontarsi in modo nuovo. Ed è proprio questo che mi ha colpito: l’uso del silenzio come spazio creativo, come momento di verità. In un mondo assordante, anche la finanza, che spesso è vista solo come calcolo e rumore di cifre, può trarre ispirazione da questo concetto. Dovremmo imparare a fermarci, a distinguere i valori veri dentro e fuori dal lavoro. Il silenzio, se ben interpretato, può rivelare la parte più profonda e autentica di noi».

A tirare le fila dell’intera rassegna, come sempre, Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice dell’evento culturale: «Quest’anno abbiamo dedicato la Milanesiana al paradosso e devo dire, paradossalmente, che vorrei farla tutta in Valtellina. Livigno e Bormio hanno dimostrato entusiasmo, intelligenza, una capacità rara di accogliere la cultura in tutte le sue forme: dalla letteratura al cinema, dallo sport alla fotografia. È un territorio che risponde con il cuore e con la testa, ed è un privilegio tornare ogni anno».

Con L’intelligenza del silenzio, Carlo Verdone ha aggiunto un nuovo tassello al suo percorso artistico, dimostrando – ancora una volta – di essere molto più che un comico o un regista: un artista completo, capace di emozionare anche senza dire una parola.

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