«Bper e Bps: sarà un’integrazione ordinata»

L’Ad Papa: «Per i clienti l’impatto sarà minimo»

Sondrio

«Un’integrazione ordinata, con il minor impatto possibile per i clienti e che valorizzerà le competenze di due realtà destinate a unirsi entro il primo semestre del 2026». La fusione tra Bper e Banca Popolare di Sondrio avanza secondo i tempi previsti e lo fa in un clima di collaborazione. A confermarlo, dopo l’incontro di venerdì a Berbenno con i direttori di filiale e i capi-area della Popolare, è Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper, che in un’intervista al Corriere della Sera ribadisce quanto già riportato dal nostro giornale. A Berbenno i vertici dei due istituti – presenti anche il presidente di Bper Fabio Cerchiai, il presidente della Popolare Andrea Casini e il consigliere delegato Elvio Sonnino - avevano delineato il percorso di integrazione e i principi che lo guideranno: valorizzazione delle competenze, attenzione alle persone, fiducia reciproca e radicamento territoriale. Temi che Papa riprende. Il ceo spiega che sono già operativi ventitré “cantieri congiunti” su aree chiave come la tesoreria enti, la monetica, la banca depositaria e i canali digitali. Un processo che punta a unire le migliori esperienze delle due banche in vista della fusione definitiva entro il primo semestre 2026.

«Abbiamo potuto sperimentare la professionalità dei colleghi di Sondrio» osserva Papa, confermando il clima positivo instaurato. L’amministratore delegato ricordato poi che la nuova realtà nascerà con una dimensione di rilievo nel panorama nazionale: oltre 6 milioni di clienti, circa 23mila dipendenti, più di duemila filiali e 410 miliardi di euro di attività finanziarie gestite. «Siamo già oggi tra i principali operatori del Paese e primi in Lombardia, con una quota di mercato di filiali pari al 17,9%» ricorda. Sul fronte organizzativo e occupazionale, Papa ribadisce che nel 2026 è prevista l’uscita volontaria di circa 800 persone tramite il fondo di solidarietà, ma che parallelamente sono in programma nuove assunzioni con competenze digitali e commerciali.

«Non è una riduzione, ma un rinnovamento - spiega Papa al quotidiano nazionale -. È un processo che riguarda il futuro, da condividere con le organizzazioni sindacali». Sommando le reti di Bper e Popolare di Sondrio si arriverà a 2.070 filiali, con circa 80 chiusure dovute alla sovrapposizione territoriale. «Ma non in Valtellina - precisa Papa -. Anzi, andremo a costituire una nuova Direzione regionale Lombardia Nord a Sondrio». Una scelta in piena coerenza con quanto dichiarato dai vertici a Berbenno. Un’attenzione che si traduce anche nella volontà di valorizzare le aree di eccellenza sviluppate dalla Popolare, in particolare il Servizio esteri e le tesorerie, riconosciute come modelli da estendere all’intero gruppo. Quanto alla possibilità di ulteriore espansione per Bper dopo il posizionamento nelle regioni più ricche per Pil ed export, Papa non la esclude. Pur con cautela. «Oggi la priorità assoluta è consolidare. La fusione con la Popolare di Sondrio è un progetto industriale importante, e va portato a termine con attenzione - dice -. Solo una volta completata potremo eventualmente valutare ulteriori opportunità. Detto questo, il nostro piano strategico “B:Dynamic Full Value 2027” resta la bussola. È un piano ambizioso che il mercato ha accolto con fiducia. Trimestre dopo trimestre abbiamo dimostrato di mantenere gli impegni assunti». Quanto al futuro, Papa vede «una banca più moderna, efficiente e riconoscibile nel panorama italiano. Entro il 2027 investiremo 1,3 miliardi in tecnologia, mantenendo la nostra identità e orientandoci sempre più ai servizi digitali e alla sostenibilità». Intanto, il prossimo passo è fissato per il 5 novembre data in cui l’operazione di fusione tra Bper e Popolare sarà sottoposta ai rispettivi consigli di amministrazione.

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