L’AI al servizio del mattone: rivoluzione per gli agenti

Il settore immobiliare sta integrando la tecnologia nei processi di vendita, nuova formazione dei consulenti. «Grandi potenzialità e la macchina non potrà mai sostituire il supporto delle competenze delle persone»

L’AI è diventata centrale anche nei programmi formativi dei mediatori immobiliari, con le nuove tecnologie che oggi entrano anche nel corso base camerale di abilitazione alla professione.

«L’Intelligenza artificiale nel nostro settore non è certo un concetto futuristico, è già fra noi e sta trasformando moltissimo l’attività degli agenti immobiliari», afferma Maurizio Iori, responsabile della formazione a livello nazionale in Fimaa-Confcommercio. Così come i grandi Gruppi dell’immobiliare adeguano i loro investimenti e la formazione inserendo l’alta tecnologia nell’organizzazione interna e in quelli rivolti al cliente, anche la rappresentanza di categoria intensifica i programmi di formazione in tutta Italia, fra cui anche a Lecco dove il 16 ottobre Fimaa Confcommercio Lecco terrà un’intera giornata di corso per gli agenti sull’Ia.

Iori qui spiega la svolta della formazione di settore ma anche come l’Ia in quell’attività fondamentale dei valutatori di immobili «non potrà mai sostituire l’apporto delle competenze umane».

Come sta cambiando la formazione per gli agenti immobiliari?

Sta cambiando sotto vari aspetti. Ad esempio, all’interno del percorso ufficiale delle 150 ore non erano mai stati inseriti il marketing e la comunicazione fra le tematiche da affrontare. Le due discipline invece oggi ne fanno parte e ciò significa che chi frequenterà il corso per diventare agente immobiliare avrà un profilo professionale completamente diverso dai colleghi che si sono formati in passato e inevitabilmente utilizzeranno le alte tecnologie nelle loro fasi di lavoro. Dobbiamo capire, ripartendo dalla nostra base, che il mondo sta cambiando.

In che modo Fimaa indirizza la formazione degli iscritti sull’Intelligenza artificiale?

Così come abbiamo fatto negli anni, adeguando la nostra formazione alle innovazioni, allo stesso modo facciamo oggi con l’intelligenza artificiale.

Nell’ultimo webinar che abbiamo realizzato poco prima dell’estate (prima della nuova consigliatura, visto che nel frattempo Fimaa ha rinnovato i propri organi nazionali) abbiamo trattato l’importanza dell’intelligenza artificiale nell’attività dell’agente immobiliare e ovviamente l’utilizzo della stessa.

I nostri operatori di lungo corso vengono da un passato professionale in cui non esistevano portali immobiliari, gli annunci erano su carta e le modalità operative erano lontani anni luce da quelle attuali. Nei nostri inizi professionali utilizzavamo i cartelli immobiliari, oggi non li utilizza più nessuno. Oggi per mostrare l’immobile dobbiamo realizzare dei video fatti in un determinato modo, e per fortuna è così non tanto perché se li facciamo i portali immobiliari ci posizionano in modo migliore fra gli annunci. Chi oggi viene a vedere un immobile in pratica già lo conosce, anche le piccole agenzie utilizzano questi sistemi, chi in parte e chi in forma minoritaria.

L’AI interviene però anche sulle valutazioni immobiliari. Cosa ne pensa?

Si parla di AI come supporto importante in quelle valutazioni fatte con gli algoritmi. E’ vero che l’Ia senza dubbio semplifica le attività del mediatore fornendo informazioni rapide, basate su grandi banche dati aggiornate. Ma per la valutazione non si può prescindere da esperienza e analisi umana. Ci sono valutatori che si impegnano ad approfondire le modalità attraverso corsi che sono veramente impegnativi. Durante i miei corsi dico sempre che l’aspetto più importante è la valutazione dell’immobile, che non può essere realizzata da un algoritmo il quale certamente funziona, ma non può tener conto di un’importante serie di variabili che possono solo passare dall’esperienza del valutatore.

Cosa sa l’agente in più rispetto all’algoritmo?

Il metodo più utilizzato per valutare gli immobili è quello comparativo, mettendo a confronto immobili similari, dopodiché si fa un’analisi di stima. Nella realtà questo metodo può non bastare e, addirittura, può essere mediato con un altro metodo, il metodo di capitalizzazione che definisce quanto un immobile può essere oggetto di redditività in base a canoni di locazione. I due metodi vengono mediati per determinare un più giusto valore di mercato e attraverso un algoritmo non sarà mai possibile farlo. Per un’agenzia operare in questo modo è un sicuro fattore di competitività.

Nei nostri corsi spieghiamo anche che nel momento stesso in cui un agente fa una valutazione di immobile non la deve giustificare come un incarico facilmente preso per poter vendere l’immobile, la deve giustificare con l’importanza dell’analisi di mercato. E con gli algoritmi, ripeto, non ce la si fa: gli algoritmi si basano sui dati che compaiono negli annunci immobiliari, non sui dati effettivi delle vendite. Noi abbiamo informatori certi sui dati delle reali compravendite avvenute.

I giovani che si affacciano alla professione non avranno dunque minori chance data la presenza dell’AI?

L’AI evolve il ruolo dell’agente, ma di certo non lo sostituisce. Va stabilito un obiettivo: l’importanza che l’AI gestisca le attività ripetitive, a partire dalla raccolta dati. Ciò consente all’agente di concentrarsi di più su attività importanti quali il miglioramento dei rapporti relazionali, la consulenza strategica, la negoziazione, la chiusura delle trattative.

Nella nuova formazione cosa apprendono in particolare gli agenti grazie all’AI?

L’AI sta facendo molto nel semplificare l’operatività e in particolare sta modificando il marketing immobiliare nella gestione automatica degli annunci e nella personalizzazione delle offerte ai clienti. Grazie alle nuove tecnologie di Ia l’agenzia immobiliare si sta riconfermando come strumento strategico sicuramente molto importante. Però continuo a dire anche che nonostante la crescente automazione il ruolo dell’agente resta centrale, per quanto si possa evolvere l’Ia non sostituirà mai il professionista. Nella nostra attività il tema della relazione diretta col cliente è fondamentale: trattiamo un bene primario qual è la compravendita di una casa legata spesso ai risparmi di una vita, quindi è evidente che la capacità di relazione e di empatia con il cliente sono determinanti sul risultato. Tutto ciò non può essere mai sostituito dalla tecnologia, che invece può liberare tempo da dedicare agli aspetti più qualitativi del lavoro delle agenzie.

Le agenzie che sapranno combinare la competenza e la tecnologia saranno dunque favorite?

Sì, in quanto capaci di offrire servizi più qualificati e competitivi. Il costo del non farlo è restare indietro.

Parliamo di una professione che rappresenta una massa importante: se da un lato non possiamo pensare che certamente tutti vadano lungo questa strada, dall’altro credo che tutti debbano capire che un miglioramento nel lavoro ci sia sicuramente: quando un agente riesce a prendere decisioni migliori è evidente che non si possa restare ancorati alle vecchie modalità.

In che misura fra le agenzie c’è sensibilità sulla formazione nell’AI?

Ci vorrà del tempo prima di una diffusione totale, ma la parte formativa più tradizionale non sarà mai cancellata.

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