Economia / Lecco città
Sabato 22 Novembre 2025
Lavoro ai raggi X: meno occupati, ma pochi restano «a piedi»
I dati nel report della Provincia di Lecco. La disoccupazione resta al 3,1%
Lecco
Dopo un biennio positivo, nel 2024 il sistema occupazionale lecchese presenta segnali di rallentamento: a seguito di alcune difficoltà del sistema economico diminuisce il numero degli addetti. Lo scorso anno l’Istat ha registrato 148.500 persone attive, ovvero 1.600 in meno all’anno precedente. Il 56,6% soni maschi ma con una flessione di 1.000 lavoratori rispetto al 2023. L’occupazione femminile scende otto la soglia delle 65mila attive perdendo lo 0,9% Complessivamente il tasso di attività in provincia di Lecco è del 69,9% in leggera caduta se confrontato con il 70,2% dell’anno precedente. Lo dice il report “Il sistema economico e il sistema formativo a confronto. La transizione dalla scuola al lavoro”, siglato dall’Amministrazione provinciale..
La contrazione delle forze di lavoro, con il consistente flusso di pensionamenti, non ha però comportato un ampliamento dell’insieme delle persone in cerca di occupazione, stabili intorno alle 4.500 unità. Il tasso di disoccupazione complessivo, in provincia di Lecco, nel 2024 è risultato pari al 3,1%. Rispetto all’anno precedente si registra un’irrilevante crescita pari allo 0,1%. Il tasso di disoccupazione lecchese si attesta al di sotto del livello medio regionale (3,7%) e nazionale (6,5%). Relativamente al segmento giovanile il tasso di disoccupazione segna, invece, un decremento, passando dal 15,2% nel 2023 al 13,5%: in valori assoluti i giovani lecchesi in cerca di occupazione sono scesi da 1.600 a poco più di 1.400.
La flessione dei giovani occupati, nonostante il consistente peso degli studenti delle superiori e degli universitari pareri al 69% nel 2024, ha però ulteriormente innalzato l’incidenza dei giovani Neet, ovvero che non studiano e non cercano lavoro, al 5% rispetto al 3% del 2023, ma inferiore al 7% del 2019. Nell’ultimo quinquennio si è ridotto il segmento dei giovani occupati passando dal 26% del 2019 al 22% attuale, e si è ridotto anche quello di chi cerca occupazione dal 19 al 14%. Il settore che offre il maggior numero di opportunità per i giovani è l’industria, che assorbe il 36% delle entrate previste. Segue il settore del turismo, che rappresenta il 25% delle assunzioni giovanili, pur con il limite della stagionalità del comparto, che impiega giovani per ruoli nella ristorazione, nell’accoglienza e nei servizi turistici solo per periodi limitati dell’anno. Sul piano delle opportunità lavorative per i giovani nelle diverse categorie professionali, le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi registrano la quota più alta, con il 47,4% delle assunzioni destinate ai giovani. Seguono i conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (33,3%), gli operai specializzati pari al 32,5% e gli impiegati per il 32,7%. Nel complesso si osserva una riduzione della domanda di diplomati quinquennali, la cui quota scende dal 30% al 27,6%. Nel settore industriale e delle costruzioni la tendenza appare ancora più evidente, si passa dal 32,0% al 28,6%. Parallelamente, cresce la percentuale di lavoratori con qualifica professionale, che si attesta al 40,1%, rispetto al 39,7% dell’anno precedente, nell’industria e nelle costruzioni quest’ultima sale dal 42,8% al 44,5%, consolidando il ruolo delle competenze più “pratiche” come elemento chiave nelle assunzioni di questo comparto; e aumenta in modo più marcato la quota di assunzioni di persone che hanno interrotto gli studi al termine della scuola dell’obbligo, che passa dal 15,8% al 18,2%. Questi dati suggeriscono un mercato del lavoro che premia sempre di più la formazione tecnica e professionale, mentre sembra ridursi leggermente l’interesse per profili con percorsi di istruzione più lunghi ovvero diplomati e accademici.
Pasquini:
«Questa quarta edizione del rapporto del sistema economico e il sistema formativo a confronto si pone in continuità con le precedenti , fortemente volute dalla Provincia di Lecco per mettere a disposizione degli operatori del mondo della scuola, della formazione professionale, del mercato del lavoro e dei cittadini uno strumento che analizzi i percorsi di transizione dalla scuola al lavoro», spiega Alessandra Hofmann, presidente di Villa Locatelli. Il principale obiettivo dello studio, realizzato nell’ambito dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, è tracciare un quadro dell’offerta formativa secondaria e terziaria presente in provincia, quantificare i giovani che si iscrivono e concludono i vari percorsi di studi e capire se queste moltitudini di giovani leve, forti delle competenze acquisite, riescano a soddisfare i fabbisogni professionali richiesti dalle attività economiche del territorio.
In particolare, questa indagine analizza in modo approfondito sette settori dell’economia locale, di cui 3 (metalmeccanico, elettrico elettronico, turismo e ristorazione) sono stati oggetto di specifici interventi nell’ambito del Patto territoriale per le competenze, l’orientamento e il lavoro in provincia di Lecco, progetto attivo dall’ottobre 2024 all’aprile 2026, con la Provincia di Lecco capofila di un partenariato composto da 15 attori pubblici e privati del territorio. «Il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro ha raggiunto un livello ancor più preoccupante, tanto che le imprese hanno segnalato crescenti difficoltà nel reperimento di personale per più di una figura su due da assumere (55%, rispetto al 53% rilevato nel 2023), raggiungendo il primato negativo di provincia lombarda con la percentuale più elevata - rimarca Antonio Pasquini, consigliere provinciale delegato all’istruzione e formazione -. I numerosi dati contenuti nell’indagine saranno utilizzati nei tavoli istituzionali provinciali per la programmazione delle politiche locali all’interno della filiera dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro, a cui partecipano i principali stakeholders del territorio, e per costruire percorsi più efficaci di transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro». In un periodo caratterizzato dalla denatalità e dalla difficoltà di reperire nuovi addetti con competenze qualificate «è fondamentale porre l’attenzione sui giovani, compresi gli inattivi, ascoltare i loro bisogni e costruire percorsi personalizzati per valorizzarne i talenti e sostenere i loro progetti professionali. Per raggiungere l’obiettivo, è importante anche agire in stretta sinergia con le istituzioni scolastiche per la costruzione di percorsi aderenti ai fabbisogni del nostro tessuto imprenditoriale e per le azioni di sensibilizzazione dei giovani e delle famiglie», sottolinea Pasquini.
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