Lecco: Libri liberi, via alla rassegna Foa e la cultura del ricatto

L’evento L’ex presidente Rai inaugura il ciclo targato Confindustria «La politica diventa infida e brutale, economia e lavoro schiacciano i deboli»

Lecco

Il giornalista e saggista Marcello Foa, già presidente della Rai, ha presentato ieri sera, all’Auditorium “Plinio Agostoni” di Confindustria Lecco Sondrio, il saggio “La società del ricatto. E come difendersi” (Edizioni Guerini e Associati).

È stato il primo incontro della rassegna “Libri liberi”. Nella sua introduzione Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco Sondrio, ha spiegato le motivazioni di un’iniziativa che si rivolge a tutta la città: «L’idea è quella di fare qualcosa di bello per la nostra città e per tutti i cittadini. Abbiamo pensato di proporre questo tipo di incontri, nella convinzione che riflessioni di questo genere possono arricchire un intero territorio. Il titolo della rassegna, “Libri liberi”, ha una doppia valenza: da una parte vuol sottolineare che la cultura è libertà, dall’altra che saranno proposti libri che propongono visioni originali e non omologate».

Dialogo

Con Foa hanno dialogato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research e Nancy Squitieri, giornalista radio e tv. Il volume di Marcello Foa analizza la diffusione della «cultura» del ricatto che oggi, a suo parere, è riscontrabile nella nostra società in modo trasversale e multidisciplinare. «Quello del ricatto – ha spiegato Foa – è uno dei mali silenziosi del nostro tempo, ma raramente viene diagnosticato. Si chiama ricatto e si diffonde a tutti i livelli nella nostra società: dalla politica, che diventa infida e brutale, alle relazioni internazionali con il prevalere della legge del più forte. Attraversa il mondo dell’economia, a detrimento dei piccoli e medi imprenditori, e contamina il mondo del lavoro, inibendo il riconoscimento del merito e la valorizzazione dei talenti».

Per Foa il mondo dei media è purtroppo corresponsabile di tutto questo: «Oggi la funzione critica dei giornali è venuta meno. Non ci sono più i grandi giornalisti come Montanelli, Bocca o Ronchey, personaggi autorevoli capaci di esprimere un pensiero critico, di fare polemiche accese senza poter mai essere accusati di complottismo: erano professionisti autorevoli. Oggi, purtroppo, la stampa accompagna il sistema e non lo critica. Ne sono un’esemplificazione estremamente chiara i talk show in cui il gioco delle parti è sin troppo scoperto ed i litigi in diretta fanno parte di un copione che non vuole approfondire nulla. In questo modo il cittadino non è posto nelle condizioni di poter capire e, dunque, decidere liberamente».

Pressioni indebite

Per Foa tutto questo è la premessa per il ricatto sociale: «Se non hai più strumenti per convincere gli elettori allora ricorri alle pressioni indebite e fai leva, per esempio, sulla paura. Se però ci riduciamo a questo tradiamo i nostri valori». Per Foa si può uscire da questo condizionamento smettendola di accettare questo conformismo pericoloso: «Se non ci ribelliamo finiremo tutti per compiere un tradimento non dichiarato. Dobbiamo mantenere vivi i nostri valori e prendere le distanze dai ricatti e dai condizionamenti non visibili ma presenti nella nostra società».

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