Economia / Lecco città
Sabato 08 Novembre 2025
Manifattura e servizi spingono il Pil Lecco: +4% in sei anni
Bene i risultati economici, in crescita dal 2019 trainata dall’aumento del turismo (+48,5% di presenze) Transizione energetica e dei processi le priorità
Il Pil di Lecco tocca il +3,8% dal periodo pre pandemia al 2025, un buon risultato, tra i migliori nell’area prealpina, dovuto a turismo internazionale, costruzioni e servizi.
In generale Lombardia si conferma uno dei motori trainanti dell’economia nazionale, e tra il 2019 e il 2025 ha registrato una crescita significativa del Pil reale, al netto dell’inflazione, pari al +9%. L’analisi territoriale dell’Ufficio Studi Cgia su dati Eurostat, Fondo Monetario Internazionale e Prometeia a livello provinciale rivela tuttavia dinamiche molto differenziate, specialmente confrontando il capoluogo metropolitano con l’area prealpina e le province confinanti come Como, Lecco, Varese e Sondrio. La Città Metropolitana di Milano, infatti, spicca con un incremento del Pil reale tra l’anno pre-pandemia (2019) e il 2025 che si attesta sul +12,9 per cento, terza provincia italiana per crescita nel periodo.
Nello stesso arco temporale (2019-2025), la provincia di Como ha registrato un aumento più contenuto del Pil reale, pari al +5,9%, posizionandosi al 43° posto nella classifica nazionale. Anche Varese ha segnato un +5,7%, ma il trend si attenua spostandosi verso Lecco e Sondrio, che mostrano variazioni del +3,8% e del +2,6 %. La crescita nell’area lariana «non dipende solo dal turismo, anche se il turismo ha contribuito – precisa Giovanni Casartelli, dottore commercialista associato allo Studio Ramiro Tettamanti Associati di Como - i dati di Regione Lombardia evidenziano che sul Lario la domanda internazionale è stata elevata: nel 2024 le presenze straniere a Como arrivano all’86,3% del totale: è una quota da destinazione “iconica”, con ricadute diffuse su ricettivo, ristorazione, retail premium e servizi collegati. Lecco, dopo il rimbalzo 2023 (+41,5% arrivi e +48,7% presenze sul 2019), ha consolidato nel 2024 e nei primi dati 2025, ancora trainata dagli stranieri».
«Il +5,9% di Como – conclude – si regge su tre componenti: turismo internazionale, costruzioni, che hanno conosciuto un ciclo straordinario, e servizi. Il tessile è il settore più in sofferenza. Il +3,8% di Lecco riflette un mix più manifatturiero che ha sofferto: con la meccanica “tiepida” serve spingere di più sulla produttività. In entrambi i territori la priorità 2026 è proteggere la spesa turistica “alta”, quindi puntare su destagionalizzazione e qualità, e accompagnare la manifattura nella transizione guardando a processi, energia e mercati, altrimenti l’inerzia del 2024-25 potrebbe non bastare».
Nell’Italia post-Covid la crescita è guidata dal Mezzogiorno, ma restano enormi divari di ricchezza. Nonostante lockdown, inflazione e shock energetici, negli ultimi sei anni il Paese ha dimostrato una resilienza notevole rispetto ad alcuni dei principali competitor commerciali europei.
Il Pil reale nazionale è infatti aumentato del 6,4% nel periodo, superando la crescita di Francia (+5%) e Germania (+0,2%), e attestandosi leggermente al di sopra della media dell’Area dell’euro (+6,2%). Solo la Spagna, con un +10%, ha fatto meglio del nostro Paese.
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