Economia / Lecco città
Martedì 16 Dicembre 2025
Metalmeccanica lecchese:
produzione stabile, migliora l’export
Segnali di tenuta a livello territoriale emergono dai dati di ottobre registrati da Confindustria. Galbiati: «Il costo dell’energia è ancora troppo alto»
Lecco
Si presenta come un quadro di «sostanziale conservazione» e anche di solidità la situazione delle produzioni metalmeccaniche e meccatroniche delle imprese di Confindustria Lecco e Sondrio.
A confermarlo sono i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio che ha diffuso la nuova indagine congiunturale riferita al mese di ottobre 2025.
Il report mostra come domanda, produzione e fatturato siano «principalmente orientati al mantenimento dei livelli sia per quanto riguarda la segnalazione diretta di stabilità, sia in relazione al bilanciamento tra i giudizi di crescita e i giudizi di riduzione», in un mondo dell’acciaio che a Lecco vale 2,5 miliardi di euro (dato ufficio studi di Siderweb).
Nei numeri territoriali dunque, che presentano un tasso di utilizzo degli impianti pari (dato medio) al 75,3%, le aziende locali del settore riferiscono di non registrare nuove criticità negli approvvigionamenti di materie prime e materiali e di non riscontrare criticità particolari sulle tensioni geopolitiche in corso, sebbene un’impresa su cinque (21%) comunque affermi di risentire degli effetti di dazi, barriere commerciali e difficoltà geopolitiche come ostacoli alle esportazioni.
Ostacoli che comunque nella stragrande maggioranza dei casi (80%) non hanno condizionato più di tanto i risultati di business tanto che il mercato estero in ottobre si è riconfermato più dinamico di quello interno.
Se da un lato i daatiti locali sono, appunto, di sostanziale conservazione il quadro territoriale «si inserisce in uno scenario complessivo nazionale dove le tinte non sono positive: sebbene siano presenti alcuni elementi di stabilità, permane una diffusa incertezza che condiziona la capacità delle imprese di pianificare investimenti e strategie di sviluppo e rappresenta quindi un fattore di fragilità che rischia di rallentare ulteriormente la crescita e la competitività del comparto» evidenzia Marco Galbiati, presidente della categoria merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
«Inoltre – sottolinea Galbiati - il prezzo dell’energia, tra i fattori chiave per la competitività delle imprese è strutturalmente più elevato in Italia rispetto alla media europea ed è quindi un nodo strategico da affrontare con urgenza, poiché influisce direttamente sui margini operativi, sulla capacità di investimento e sulla tenuta dei processi produttivi».
Bene, invece per «la revisione radicale del Green Deal europeo: sebbene gli obiettivi di sostenibilità ambientale siano essenziali, essi devono essere bilanciati con la tenuta del sistema economico e sociale.
Una regolazione più equilibrata e pragmatica concorrerà a far sì che il sistema manifatturiero possa riprendere slancio, favorendo una transizione ecologica sostenibile senza compromettere la competitività».
La preoccupazione dell’intera industria siderurgica nazionale va alla situazione dell’ex Ilva, asset strategico sul quale Galbiati riprende quanto dichiarato dal presidente di Federmeccanica, Simone Bettini: «andrebbe costituito – afferma Galbiati - un tavolo aperto a tutte le imprese che abbiano legami con l’ex Ilva e andrebbe messo a punto un piano di rilancio dove, per la definizione, abbiamo un ruolo rilevante anche le competenze industriali».
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