Olimpiadi, Credaro: «L’eredità più importante è la crescita del brand Valtellina»

La presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio Sondrio, evidenzia l’impatto positivo dei Giochi sull’economia locale

Sondrio

A poco più di cinquanta giorni dall’inaugurazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina, la Valtellina vive già la sua Olimpiade. Cantieri aperti, presenze turistiche in crescita, aspettative alte e una parola che torna spesso: eredità. Nell’ultima puntata di “Una Valle Olimpica”, abbiamo dialogato con Loretta Credaro, presidente della Camera di Commercio di Sondrio e di Confcommercio Sondrio, ma anche vicepresidente nazionale di Confcommercio (con delega alle Olimpiadi) e presidente di Isnart, per fare il punto su un evento che sta già cambiando il territorio.

Presidente Credaro, mancano poco più di cinquanta giorni ai Giochi, ma a livello economico si comincia già a vedere qualcosa?
«Direi proprio di sì. Non più tardi di un mese fa, durante la Giornata dell’economia in Camera di Commercio, abbiamo presentato dati positivi sull’andamento dell’economia locale, anche nel confronto con Lombardia e dato nazionale. Il turismo continua a fare da traino, ma anche commercio e artigianato mostrano segnali incoraggianti. Ancora più interessanti sono i dati di congiuntura degli ultimi tre mesi, perché iniziano davvero a intercettare l’impatto concreto dell’evento olimpico sull’economia del territorio».

Oltre al turismo, quali altri settori stanno beneficiando di questo percorso olimpico?
«Sicuramente tutto ciò che ruota attorno ai cantieri. In alta valle ce ne sono ovunque, molti in chiusura e altri che proseguiranno anche dopo i Giochi. Questo ha dato lavoro all’edilizia, agli artigiani e a tante imprese della nostra provincia. È un’attività estremamente vivace che coinvolge un comparto fondamentale per l’economia locale».

Spesso però, soprattutto in media e bassa valle, c’è chi dice che le Olimpiadi portino solo disagi. Cosa risponde a chi fa questa osservazione?
«Rispondo che bisogna guardare più lontano. Parliamo di circa 180mila persone che saranno presenti in provincia di Sondrio. Queste persone attraverseranno il territorio, conosceranno la valle, i suoi prodotti, i suoi paesi. Una zona che cresce e sta meglio genera indotto e capacità di spesa per tutti. Senza turismo e grandi eventi, una provincia lunga 250 chilometri come la nostra rischierebbe di essere in difficoltà. Questa è un’opportunità straordinaria, non solo per chi vive direttamente le sedi olimpiche».

Intanto è iniziata la stagione invernale. Che segnali stanno arrivando?
«I primi dati sono molto positivi, persino nei weekend pre-natalizi che normalmente non lo sono. Da quando hanno aperto gli impianti le presenze sono alte e lo si percepisce anche dal traffico. È chiaro che durante i giorni olimpici potrà esserci qualche disagio, ma va letto come un investimento per le stagioni future».

Parliamo di legacy. La sostenibilità e il nome della Valtellina possono essere considerate una vera eredità olimpica?
«Assolutamente sì. Queste sono Olimpiadi diffuse, che valorizzano strutture esistenti senza costruire cattedrali nel deserto. Come Camera di Commercio abbiamo promosso bandi per la certificazione di sostenibilità delle strutture ricettive, avviando un cambiamento culturale che resterà. Ma la legacy più forte è immateriale: il brand Valtellina oggi è molto più riconosciuto e il territorio ha imparato a lavorare insieme. Le Olimpiadi, per noi, non iniziano il 6 febbraio. Sono iniziate anni fa e continueranno ben oltre la fine dei Giochi».

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