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Mercoledì 05 Novembre 2025
Aliberti: «Pronti a giocare in un’altra città»
Non è stato ancora risolto il problema del generatore a gasolio per l’illuminazione del campo lecchese. Il presidente bluceleste: «Non lascio il calcio a Lecco per colpa del Comune, piuttosto sposto la squadra a cinquanta chilometri di distanza»
Lecco
Via Don Pozzi: parla il presidente. Classica conferenza stampa a un “terzo di percorso” (12 gare su 38 di stagione regolare) - «Son passati quattro mesi, è ora di parlarvi...» - spiega Aniello Aliberti a microfoni spenti; incontro per fare il punto, colore: «Non mi fate domande cattive», dice mentre sbuffa l’ennesima sigaretta.
L’affondo E poi – dopo aver parlato di fatti strettamente calcistici – è lui ad “attaccare”, in tutti sensi: «Sapete cosa c’è: mi sono stancato di dialogare con l’amministrazione comunale. Io non smetto di fare calcio in una piazza bella come Lecco...Io cambio campo: sì, cambio stadio. Porto la squadra a giocare da un’altra parte». Come una “granata in un campo fiorito”... Poi riprende: «A Renate ho avuto i brividi per il blackout... Sì, perché noi andiamo avanti con un generatore a gasolio. Ma come? Noi aderiamo al progetto-sostenibilità con le auto e i pulmini elettrici e con un altro progetto di recupero di acqua piovana per non sperperare troppa acqua. E poi che facciamo? Giochiamo una gara e ci illuminiamo con un generatore a petrolio che inquina chissà quanto? Questo progetto (della nuova cabina elettrica per sotituirlo.ndr) c’era tre anni fa e quattro anni. Perché non è stato stanziato un euro per quello? E io rischio di perdere una partita perché magari salta il generatore e gasolio?».
Arrabbiato ma composto il massimo dirigente bluceleste poi circostanzia la sua decisione... «L’unica cosa che posso fare – prosegue -, detto che il nostro stadio è bellissimo ma ha 102 anni, è orientarmi verso l’emigrazione a Bergamo, a Monza... Vedremo. E no, io non lascio il calcio a Lecco per colpa dell’amministrazione, del Comune, piuttosto porto la squadra a giocare da un’altra parte e mi dispiace per i tifosi”. Sì, ma la logistica? Le modalità? «Finirò la stagione a Lecco – risponde - e poi mi accorderò per un altro stadio in un raggio di cinquanta chilometri». C’è convinzione nelle sue parole. Anche se «Una soluzione? Ve la dico chiaramente – riprende Aliberti -: affittare un generatore moderno e metterlo in un container, temporaneamente. Una soluzione che costa 250mila euro; ma poi me lo porto via... A me non interessa di che colore è l’amministrazione in corso. Mi interessa che mi vengano date risposte, riguardo a istanze della Calcio Lecco». Prima (ma anche dopo) si era parlato di calcio. Per esempio del mercato prossimo di gennaio: «Mi è stato chiesto se prendiamo qualcuno che segna - sorride -. Poi abbiamo giocato con l’Arzignano e sono arrivate cinque reti». E a sorpresa parla sì di compravendite, ma inizialmente facendo riferimento alle (possibili; ma improbabili) “uscite”: «Mercato sì, ma dipenderà dai giocatori e dalla loro volontà anche. Io ad oggi non vorrei perdere nessuno della mia rosa. Le uscite a gennaio? (Zanellato, Kritta, Sipos.ndr) Le richieste sono tante e chi chiede non sbaglia mai, ma decidono i ragazzi. Già noi abbiamo fatto due fuori-budget con Zanellato che apprezzo, per la sua scelta di rinunciare a soldi per rilanciarsi a Lecco, e poi Voltan che finora ha avuto qualche problema. Ora dipenderà da Minadeo e Valente, quello che vorranno e mi diranno. Mi piace tanto che chiunque entra, rende bene..».
Infine il suo stato d’animo: «Mi piace questo Lecco, mi sta facendo divertire e il mio progetto di rimanere tre anni (e si è al secondo.ndr) potrebbe anche prolungato. Volevamo puntare sui giovani. Per quanto io non sia un esperto di calcio, ha capito che in C si vince correndo. E abbiamo visto che, con gli “anziani”, questo risultato non si poteva ottenere. Il nostro obiettivo era quello di puntare ai playoff. Poi, come dice Francesco mio figlio, ogni gara vinta...Siamo a un “tot” dalla salvezza. Sappiamo di dover competere con squadre di altro tenore. Ma quanto giochiamo bene».
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