Calcio Lecco, il sindaco risponde allo sfogo di Aliberti: «La manutenzione è in capo alla società»

Mauro Gattinoni non ci sta a passare come insensibile alle sollecitazioni della maggiore realtà sportiva lecchese. «Il rapporto con Aliberti è molto più razionale e consapevole. Sia nei tempi che nei modi. L’impegno della piattaforma per disabili c’era, ma ci abbiamo messo un anno a portarla a compimento, i tempi di una pubblica amministrazione sono questi»

Lecco

Mauro Gattinoni non ci sta a passare come un sindaco insensibile alle sollecitazioni della maggiore realtà sportiva lecchese. E risponde pacatamente alle parole del presidente Aniello Aliberti che ha accusato il Comune di fare poco, o nulla, per il Lecco. Ecco le sue risposte.

Allora, sindaco da cosa partiamo?

L’unico atto da cui si può partire è la famosa convenzione che si tramanda di società in società. E in quella famosa convenzione c’è scritto che la manutenzione ordinaria e straordinaria è in capo alla società. Se è vero che per una certa parte le amministrazioni precedenti, quasi tutte, hanno fatto poco per lo stadio, è altrettanto vero che le società che si sono succedute in via Don Pozzi hanno preferito investire sui giocatori piuttosto che sugli immobili a loro affidati. L’ordinario di ieri, tralasciato, è diventato straordinario oggi. Ecco perché ci ritroviamo a questo punto.

Però se prima Paolo Di Nunno era considerato poco affidabile e pretestuoso, e dunque non aiutato, oggi con Aniello Aliberti la controparte è molto seria e appare del tutto affidabile. Perché non aiutarlo?

Infatti il rapporto con Aliberti è molto più razionale e consapevole. Sia nei tempi che nei modi. L’impegno della piattaforma per disabili c’era, ma ci abbiamo messo un anno a portarla a compimento, i tempi di una pubblica amministrazione sono questi. Però abbiamo stilato un inventario delle cose da fare allo stadio, per rimettere almeno a livello zero lo stadio, visto che ora siamo sotto zero. Alcune cose il Comune è disponibile a farle con altre modalità, modificando la convenzione o facendole in proprio. Ma altre le deve fare il Lecco. All’interno delle priorità condivise con il Lecco, tra le cose ritenute essenziali, è la continuità elettrica, ovvero la cabina. Se però la deve fare il Comune per i tempi tecnici e burocratici a essa sottesi, arriveremmo a estate 2026, ovvero fuori orbita rispetto alle esigenze dell’autunno prossimo per garantire continuità di illuminazione nel campionato. Per cui stiamo pensando a soluzioni alternative: la società potrebbe anticipare i lavori e ricevere la somma a scomputo in altro modo. L’atteggiamento è completamente positivo verso Aliberti.

Fatto sta che il Lecco deve sborsare “qui e subito”…

Abbiamo vincoli di soldi e di tempi che non collimano tra un comune e una società privata. Ma da parte mia c’è sia la volontà, oltre a buona fede e concretezza, per lavorare in un’ottica pluriennale di investimenti nello stadio. Non vogliamo solo metterci un tampone quest’anno, ma programmare i lavori per gli anni a venire. Questo Aliberti lo sa e l’ha compreso bene. Il colloquio è franco e trasparente, oltre che molto rispettoso.

Anche per la pompa delle acque reflue dei bagni della tribuna? Installata nel 1998 e poi dimenticata?

L’ho appreso da poco, di questa pompa di sollevamento delle acque reflue. È uno dei temi che contribuirà a portare lo stadio a livello zero. L’impegno deve essere coordinato, ma è un impegno che il Lecco si deve assumere. È una manutenzione.

Non è una convenzione equa, però: ordinario e straordinario in carico a una società, su un bene di proprietà comunale. Non pensa?

Sulla parte strutturale, come sulle gradinate, essendo correlate al titolo sportivo e non a esigenze normative, si è sincerato che è tutto a carico della società. Mentre l’illuminazione fatta dalla serie B è una miglioria permanente, non una manutenzione. Infatti la nostra idea è riconoscerla in toto alla società calcistica e pagarla come comune.

La volontà politica di aiutare il Lecco pare inferiore ad altre città, come Brescia dove il sindaco ieri ha detto, in una condizione di caos che a Lecco non c’è, ha promesso di intervenire sullo stadio.

A Brescia hanno 62 milioni di euro di utili da A2A come tesoretto. Se li avessi io, li userei, di sicuro. A Lecco non vedo praticabili progetti faraonici sullo stadio. Detto questo l’impegno per migliorare l’impiantistica sportiva della città nel complesso è evidente. Lo stadio è una parte, ma è a uso esclusivo di una sola società. Ne dispone in uso esclusivo, mentre il Bione è condiviso da molte società. Per cui c’è una singolarità che crea una relazione speciale tra Lecco e comune. Per me la cosa migliore è concordare un piano di investimenti nel tempo in cui, su priorità concordate. Nelle more però di una convenzione che parla chiaro sulle reciproche competenze.

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