Calolziocorte: panchina piena di rifiuti accende la protesta

Si scatena la rabbia tra i residenti: «Serve più controllo, non togliere i posti a sedere»

Calolziocorte

Bottiglie vuote, tappi, cartacce, vetri sparsi a terra. La panchina fotografata al lung’Adda di Calolziocorte è diventata il simbolo di un degrado che fa discutere e indignare. Il cestino è a pochi metri, ma ignorato. Per molti residenti la misura è colma: «Aspettarli in borghese e multarli come si deve», propone qualcuno, invocando sanzioni severe come a Pescate, dove per una lattina nella siepe scatta la multa.

L’idea di rimuovere le panchine per scoraggiare gli assembramenti notturni viene bocciata: «Non bisogna togliere le panchine, bisogna togliere la gente che sporca», è l’opinione ricorrente. C’è chi chiede più illuminazione, chi invoca telecamere trappola, controlli notturni delle forze dell’ordine, addirittura DASPO. Per altri il degrado è figlio dell’abbandono: «Un chiosco, dei campetti, eventi pubblici: se c’è vita, il degrado si sposta».

Ma emerge anche amarezza e sfiducia: «È sempre stato così, non cambierà mai nulla». C’è chi suggerisce di portare la spazzatura a casa di chi l’ha lasciata, chi ironizza parlando di «diritto alla birretta», chi lamenta che la zona sia frequentata solo da sbandati. Nel mirino finiscono anche «le nuove risorse», ovvero gli immigrati, con toni sempre moderati. Di certo c’è però che, di fronte a una panchina che dovrebbe garantire un po’ di riposo a chi desidera sedersi, circondata dai rifiuti, Calolziocorte mostra le sue divisioni, ma anche una domanda forte di decoro, sicurezza e partecipazione.

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