Civate, la Black&Decker non si vende

L’asta per la terza volta va deserta

Così il prezzo per la grande area scenderà ancora. Il sindaco Baldassarre Mauri: «Qui alloggi, negozi, uffici e anche un piccolo albergo»

Civate

Non c’è il due, dice il proverbio: e, infatti, anche la terza asta dell’area “ex Black&Decker” è andata deserta. È stata battuta invano: nessuno si è fatto avanti, per aggiudicarsela; rispetto all’inizio, già aveva perso un terzo del valore: «Ovviamente, adesso, scenderà ancora», ha commentato sconsolato il sindaco, Baldassare Mauri; per il Comune, d’altronde, il problema principale è la ferita, aperta nel pieno centro del paese: anzi, proprio di fronte al municipio, dove l’ex sito produttivo si presenta come una zona terremotata.

L’ultimo prezzo - di partenza, per offerte eventualmente al rialzo - l’altro giorno era di un milione 882.960 euro; come ricorda sempre Mauri «la seconda asta, a metà dello scorso dicembre, era andata anch’essa deserta e la vendita sarebbe dovuta avvenire con incanto; il prezzo base era stato fissato, allora in 2.353.700; la prima volta, l’asta si era tenuta il 19 ottobre scorso. Nessuno si era dimostrato interessato, né allora, né adesso».

La superficie che un tempo, e per decenni, ha ospitato lo stabilimento è destinata urbanisticamente a nuove abitazioni, su 8.400 metri quadrati; su altri 2.800 metri, possono sorgere negozi e uffici; altrettanti metri sono previsti per un piccolo albergo, che il Comune vorrebbe «supportasse le potenzialità turistiche di Civate»; infine, il nuovo piano di governo del territorio riserva 7.500 metri quadrati dell’ex “Black&Decker” per servizi come parcheggi pubblici e aree verdi; l’intento è di alleggerire l’impatto volumetrico preesistente, quando la fabbrica occupava 136.000 metri cubi. È risaputo che l’amministrazione intende mantenere «la vista aperta sia sul centro storico, sia sul lago».

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