Favirano, non si passa più. Reti metalliche per chiudere la strada

Calolzio L’ordinanza di divieto non è stata sufficiente il sindaco ha fatto installare strutture inamovibili. Valsecchi: «Troppe persone continuavano a transitare»

L’ordinanza non è stata sufficiente. I posti di controllo delle forze dell’ordine non sono bastati. E così, per far rispettare il divieto di transito da via Favirano, che collega Calolziocorte a Torre de’ Busi, chiusa al traffico per il pericolo di caduta massi da martedì pomeriggio, è stato necessario installare le reti metalliche.

La situazione

«Quando sono salita lassù a fare il sopralluogo - racconta l’assessore alla Protezione civile Cristina Valsecchi - mi sono resa conto che l’ordinanza del sindaco non veniva rispettata e che troppe persone continuavano a passare da quella via come se nulla fosse. Dal momento che, se dovesse accadere qualche incidente, la responsabilità sarebbe del primo cittadino, l’ho sollecitato a intervenire in maniera più severa».

Marco Ghezzi ha fatto subito tesoro dei consigli del suo assessore e giovedì ha inviato a Lorentino una pattuglia della polizia locale, che ha vigilato per qualche ora uno dei due accessi alla strada.

Sabato mattina, resosi conto che tale soluzione non avrebbe potuto essere applicata per tutto il week-end, dopo essersi consultato con l’assessore Valsecchi e con l’assessore Dario Gandolfi, ha avuto un’idea.

«Su nostro suggerimento - riferisce l’assessore - il sindaco ha fatto installare reti metalliche. In tal modo, gli automobilisti non potranno spostarle. Lunedì, appena potremo contare sugli operai del Comune, gli chiederemo di collocare sulla strada alcuni new jersey in cemento, che non potranno essere facilmente spostati».

Le lamentele

Sempre lunedì, quindi, dovrebbero prendere il via i lavori di messa in sicurezza della strada che richiederanno due o tre giorni.

«Da quando la strada è stata chiusa - racconta Valsecchi - ricevo continuamente chiamate e messaggi da parte delle mamme che si lamentano. Dicono che per portare i figli a scuola devono fare un giro lungo. Spiego loro che, scendendo a Calolziocorte per poi risalire, allungano la strada di cinque o sei chilometri al massimo. Credo che la loro vita valga dieci minuti di tempo. Non è davvero possibile metterla a rischio solo per risparmiare una manciata di minuti», conclude l’assessore.

Eppure, sono parecchi che, evidentemente, non la pensano così. È bastato fermarsi in zona appena una manciata di minuti, durante le ore de giorno, per rendersi conto che, soprattutto gli anziani considerano l’ordinanza al pari di carta straccia e che, nonostante i blocchi e il masso in mezzo alla strada, passano come nulla fosse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA