Luisa Emilia Spreafico: inchiesta agli sgoccioli, sospetti sulla Mercedes “riparata”

A un anno dall’investimento mortale, indagati una 62enne per omicidio stradale con fuga e il marito per favoreggiamento: sospetti su presunte riparazioni della Mercedes che l’avrebbe travolta

Galbiate

Agli occhi di chi indagava, quelle ammaccature sulla parte sulla parte anteriore destra del veicolo, e soprattutto i tentativi di sistemazione delle stesse, sono apparse subito sospette. Delle ‘botte’ evidenti alla carrozzeria compatibili, secondo l’esito dell’inchiesta della procura, con l’impatto tra la macchina, una vecchia Mercedes Classe A, e il corpo di Luisa Emilia Spreafico, la 69enne investita e uccisa un anno fa (il 24 giugno 2024) mentre percorreva a piedi la strada provinciale verso la frazione Bartesate, nel comune di Galbiate, all’altezza della vecchia scuola per l’infanzia Bambina Spreafico, e lasciata a lungo agonizzante nella boscaglia in cui era stata sbalzata a seguito dell’urto prima dell’arrivo dei soccorsi, che purtroppo si erano rivelati inutili.

Ora gli accertamenti degli inquirenti sarebbero alle battute finali. Nell’indagine è coinvolta la donna di 62 anni di Ello al volante dell’automobile, indagata di omicidio stradale con l’aggravante della fuga, e il marito di questa, un 65enne nei cui confronti il pubblico ministero Chiara Stoppioni ipotizza il reato di favoreggiamento personale. La relazione degli ufficiali di polizia giudiziaria si è concentrata sui tempi e le modalità e dell’investimento, e su presunti tentativi di inquinamento probatorio. Questi sarebbero evidenti, secondo le tesi accusatorie, sulla macchina che ha centrato Luisa Spreafico.

La Mercedes è un modello vecchio con i segni del tempo piuttosto visibili. I fari anteriori intatti ma opacizzati, un lieve disallineamento del paraurti anteriore, e poi vari ‘bozzi’ sulla carrozzeria, comprese alcune nella parte destra del cofano, prossime al faro. E’ qui che sarebbero state notate diversi tentativi di sistemazione delle ammaccature stesse, attraverso dei colpi effettuai dall’interno, che avrebbero dovuto appianare le rientranze sulla scocca dell’auto. Una circostanza apparsa molta sospetta. Sarebbe emersa un’altra importante ammaccatura sulla parte di carrozzeria del montante anteriore destro. In corrispondenza di questo danno, è stata trovata una staffa in metallo sopra la plastica danneggiata. Anche questo è apparso come una sorta di “rattoppo” frettoloso e dozzinale. Secondo quanto ricostruito, marito e moglie sono tornati insieme sul luogo dell’incidente in un momento successivo (al momento dell’investimento la donna al volante non aveva il cellulare con sé). La chiamata ai soccorsi, tuttavia, sarebbe stata comunque tardiva.

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