
Cronaca / Circondario
Giovedì 10 Luglio 2025
Malgrate: aumenti in vista per buono mensa e palazzetto
Rincari per allineare le tariffe agli indici dell’Istat
Malgrate
Un nuovo aumento è stato deciso dall’amministrazione comunale - anche stavolta, per allineare le tariffe agli incrementi Istat - e, da settembre, riguarderà le famiglie i cui figli usufruiscono della mensa nelle scuole di Malgrate. La motivazione è la «revisione Istat comunicata dalla società Sodexo, che fornisce i pasti. Ciascun buono - fa sapere l’amministrazione comunale - verrà a costare 5,64 euro contro i 5,57 che venivano pagati in precedenza. Il Comune continuerà però a garantire un contributo (addossandosi una parte del prezzo applicato dalla ditta appaltatrice) che sarà di 0,24 euro a pasto, mentre prima la parte a carico dell’amministrazione comunale ammontava a 0,22 euro: pertanto, la quota a carico delle famiglie sarà di 5,40 euro a buono, mentre fino alle scorse settimane pagavano 5,35».
L’incremento è minimo, il costo del buono pasto per la mensa scolastica verrà tuttavia abbattuto a 5,40 euro solo per i minori residenti, mentre sarà di 5,64 per i non residenti. Per giunta, tale adeguamento segue di poche settimane a quello deciso sempre dall’amministrazione comunale relativamente alle tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi di via Gaggio. Chi intenderà continuare ad avvalersi del palazzetto sportivo comunale per le proprie attività durante la stagione 2025/2026 dovrà fronteggiare - sempre da settembre - un aumento del costo per le ore singole quantificabile tra il 18% e il 20% rispetto a prima.
Per l’amministrazione comunale «gli adeguamenti Istat sono obbligati e le tariffe del palazzetto erano ferme da anni». Il dibattito, tuttavia, divampa e, dai banchi dell’opposizione “Malgrate per tutti”, viene evidenziato che «gli aumenti colpiscono, in definitiva, pur sempre le famiglie, sia con figli in età scolare, sia più grandi, in quanto è chiaro che gli incrementi tariffari anche applicati agli impianti sportivi avranno una potenziale ricaduta sugli atleti, oltre a mettere in difficoltà le società».
L’ex assessore allo Sport, Angelo Garavelli, ha già avuto modo di precisare: «A noi, un adeguamento del 20% sembra francamente esagerato. Può anche essere trascorso del tempo dall’ultima revisione, ma nella sostanza le tariffe erano ferme dal 2020 e perciò ci sono stati poi due anni di pandemia da Covid e ciò ha fermato tutto il mondo dell’associazionismo e dello sport. Se i listini restano fermi tre anni, non può diventare un problema dell’utente finale. Incrementare le tariffe del 20% sono parecchi soldi per società sportive che - fa notare Garavelli - adesso spendevano tra gli 11.000 e i 15.000 euro l’anno, già così facendo molta fatica, e adesso devono trovare il modo di tirare fuori il 20% in più».
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