Schianto a Monte Marenzo, restano gravi le condizioni della figlia dei due coniugi morti

La giovane donna di 32 anni, residente a Sala di Calolzio, è l’unica sopravvissuta della famiglia che mercoledì viaggiava sulla Kia Picanto che si è scontrata contro un tir croato in località Levata, lungo la ex Statale 639.

Calolziocorte

Sono sempre gravi le condizioni della figlia di Maria Assunta Cattaneo e di Alessandro Giovenzana. La giovane donna di 32 anni, residente a Sala di Calolzio, è l’unica sopravvissuta della famiglia che mercoledì viaggiava sulla Kia Picanto che si è schiantata contro un tir croato in località Levata, a Monte Marenzo, lungo la ex Statale 639.

Un incidente tanto violento quanto drammatico. I due coniugi sono morti praticamente sul colpo, mentre la figlia è stata estratta dai Vigili del fuoco dalle lamiere contorte. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime e per questo è stata trasportata in elisoccorso all’ospedale Papa Giovanni Xxiii di Bergamo, dove è tuttora ricoverata.

Leggermente ferito a un braccio, ma comprensibilmente sotto choc, il camionista di 41 anni che guidava il tir con targa croata. Pare che l’uomo, mercoledì pomeriggio, mentre transitava in direzione Bergamo, abbia visto sul rettilineo la Kia Picanto procedere come senza controllo e per questo abbia cercato di sterzare a destra per evitare lo scontro. L’esatta ricostruzione del sinistro è al vaglio dei Carabinieri di Calolziocorte.

Purtroppo, però, l’utilitaria ha impattato violentemente contro la parte anteriore sinistra della cabina del mezzo pesante e per Maria Assunta Cattaneo e Alessandro Giovenzana, lei classe 1957, lui 1958, non c’è stato nulla da fare.

Giovenzana aveva appena compiuto gli anni e pare che avesse in programma di festeggiare con i familiari questa domenica. Era un uomo molto attivo e conosciuto, anche se come la moglie era schivo e riservato. Aiutava in parrocchia e in oratorio a Sala, ma la maggior parte del suo tempo libero lo dedicava mettendosi al servizio di Airuno, suo paese natale. Era infatti volontario per il Piedibus e per il Comune, ma anche per la parrocchia.

Il sindaco Gianfranco Lavelli lo ricorda così: «Ciao caro Sandro, la notizia della tua scomparsa ci ha colto tutti di sorpresa e ci ha lasciato una profonda tristezza in ognuno di noi. Ricordo gli anni passati assieme alle elementari e alle medie a Brivio, poi, come spesso avviene, ci siamo persi di vista, per ritrovarci pochi anni fa al raggiungimento dell’età pensionabile. Da uomo libero dall’impegno professionale, ti sei messo a disposizione della comunità come accompagnatore dei bambini del Piedibus (ti ricordano come l’amico che portava gli ovetti a Pasqua e le caramelle a fine scuola), come uomo di pulizia e di controllo del parco Anita e come aiutante del Pier negli impegni parrocchiali. Il tuo animo gentile ti è sempre stato accanto. Ci mancherai».

Anche la moglie era conosciuta a Calolzio, anche se sempre discreta e riservata. Aveva lavorato per decenni in municipio a Calolzio a contatto con amministratori e cittadini, prima nell’ufficio Ragioneria e poi in quello scolastico.

Si attende intanto il nullaosta da parte delle autorità giudiziarie per capire quando i familiari potranno fissare la data delle esequie.

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