Valgreghentino, alla guida la sera
in cui Beatrice morì, patteggia la pena

Angelo Ingrassia era accusato di omicidio stradale, positivo all’alcoltest Riconosciuto il risarcimento di 80mila euro solo alla sorella della vittima, parte civile

Ha patteggiato due anni e quattro mesi, pena sospesa, il giovane di 22 anni accusato del reato di omicidio stradale aggravato e lesioni personali, per la morte di Beatrice Ceraudo, 19 anni, casa a Olginate, scomparsa nella tarda serata del primo novembre 2020 a causa delle gravissime ferite riportate in un incidente stradale a Villa San Carlo. Ieri mattina, davanti al giudice per l’udienza preliminare Salvatore Catalano, la posizione di Angelo Ingrassia , pure di Olginate, il conducente della vettura sulla quale la ragazzina viaggiava: per lui la Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio.

Il rito alternativo

Già nelle scorse udienze, il legale dell’imputato aveva chiesto di poter adire al rito alternativo del patteggiamento, quindi il gup aveva rinviato l’udienza per permettere alla difesa di concordare una proposta di applicazione della pena congrua con la gravità dell’accaduto. Un accordo con la Procura è poi stato raggiunto, ma prima c’era da risarcire il danno: i genitori di Beatrice si erano infatti costituita parte civile con l’avvocato Davide Monteleone del Foro di Como, di recente scomparso.

Ieri in aula il collega lecchese Natale Simone, per la sola sorella della vittima, parte civile, a cui il giudice ha riconosciuto un risarcimento danni di 80mila euro. A Ingrassia, il gup ha anche applicato la pena accessoria della sospensione della patente per quattro anni.

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