Bellano: ecco Casa Vitali, il museo dedicato all’arte di Giancarlo

Bellano

«Chiamiamo “Museo” non solo lo spazio fisico, ma la vitalità che Giancarlo Vitali ha incarnato. La sintesi di questa lunga narrazione familiare è tutta lì: lasciare che la pittura parli con la propria voce, sotto lo sguardo di chi la osserva».

In queste parole di Velasco Vitali c’è l’essenza del nuovissimo Museo Giancarlo Vitali, il cui ingresso è lo stesso di quel Circolo dei Lavoratori che rappresenta un pezzo della storia di Bellano. Dentro la pancia del paese è nato un luogo che farà da catalizzatore per l’arte contemporanea. A farci da anfitrioni nelle quattro sale del museo, sono Rocco ed Oliviero Vitali gli architetti progettisti di questo spazio che già nella sua entrata rivela l’originalità di un luogo unico. «Questa è una Casa museo – sottolinea Rocco Vitali – dove il lavoro di Giancarlo trova una sua amplificazione». La prima sala è caratterizzata da una parete riflettente in cui guardi le opere del Maestro e ti guardi e da una parete con strisce bianche e nere che danno ulteriore rilievo ai colori dei quadri. Il primo dipinto che sembra accoglierti è quello della moglie Germana, stupendo dentro la sua compostezza di una rara classicità.

«Questa prima sala vive di contrasti – continua Rocco – ci sono i ritratti dei parenti più stretti, degli amici di sempre, insomma delle persone che sono state più vicine a Giancarlo. Direi che è una sala pop, che vuole rispecchiare la leggerezza della pittura che qui vediamo concretizzarsi». La seconda sala è una continuazione della prima ed è dominata da un grande quadro del 1986, “La bottega di Pino Arrigoni, detto Cecio”, che ci accoglieva quando si saliva nello studio di Giancarlo. Nella terza sala ti sorprende un grande tavolo rotondo su cui fanno bella mostra di sé piccole opere dedicate alla natura, agli animali e agli alimenti. «Questo elemento circolare – precisa ancora l’architetto – non è solo un arredo, ma vuole sottolineare un messaggio preciso: il museo è di tutti, le opere di Giancarlo abbracciano tutti».

Tra queste opere ce n’è una intitolata “Uccelli al museo”. Ha fatto da ispirazione a Velasco, che ha dipinto, nel cortile adiacente alla sala, un grande murales di notevole suggestione. Infine, si arriva alla quarta sala ed è una botta emotiva non da poco. Un locale a volta, completamente blu, presenta su un lato i rossi dei buoi squartati, una sequenza fitta di opere che prendono alla gola; dall’altra i gialli dei girasoli, in una commistione da brividi. «Abbiamo scelto il colore blu – conclude Oliviero Vitali - per entrare in un mondo tra lago e cielo, che ricorda Giotto ma anche le case marocchine di Marrakech. Qui sono stati messi due opposti, le carni e i girasoli. Ciò che li accomuna è la pittura di Giancarlo». Gianfranco Colombo

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