Estate senza treni, stazione di Colico
il punto nodale per il cambio col bus

Personale Trenord controlla il trasbordo Disagi sì ma limitati, stranieri un po’ disorientati

Superiore ad ogni aspettativa il riscontro da noi avuto lunedì sera alla stazione ferroviaria di Colico, in sede di rientro in valle dei pendolari della tratta Tirano-Milano, nel loro primo giorno feriale di trasferta in modalità “estiva”. Quella che, in via del tutto straordinaria, causa lavori improcrastinabili sulla Colico-Tirano, obbliga tutti i passeggeri al trasbordo dal treno all’autobus fino al 9 settembre prossimo.

Inevitabile

Qualche disagio chiaramente c’è, anche se per quanto si è potuto osservare sul posto lunedì e in base alle testimonianze raccolte e riferite alla giornata di domenica, la prima in cui è stata introdotta la nuova modalità appare contenuto.

Innanzitutto, il Coradia, partito alle 18.20 da Milano, uno dei più frequentati dai pendolari, ma anche dai vacanzieri, è arrivato con pochi minuti di ritardo al binario 1, quello su cui solitamente approda, per cui il trasferimento al piazzale dei pullman adiacente la stazione ferroviaria è stato piuttosto agevole.

Certo, una fiumana di passeggeri si è riversata in un attimo sulla banchina ma, informati durante il viaggio del trasbordo obbligatorio sui bus, sapevano cosa aspettarsi e come muoversi. E chi non lo sapeva, si è inserito nella scia ed è giunto senza problema alcuno al piazzale dei pullman.

Inconveniente

Diverso sarebbe stato se il treno da Milano fosse arrivato al binario 2, come capitato domenica sera al dottor Andrea Catalano, che come ha raccontato al nostro giornale lunedì, si è dovuto fare una rampa di scale a scendere dal binario 2 ed una a salire al binario 1, con i valigioni appresso.

La sua testimonianza, emblematica, l’abbiamo riferita lunedì su queste stesse colonne, anche se la sera stessa a Colico il personale di Trenord ci ha spiegato che non è frequente l’arrivo del Milano-Colico al binario 2. «Di solito - ci hanno detto - il treno arriva sul binario 1 e solo nei casi in cui questo sia già occupato da un altro convoglio, approda sul secondo».

In effetti, storicamente, il diretto per Milano e ritorno ha l’1 assicurato e speriamo che sia così anche per le corse di qui al 9 settembre.

Indirizzati

Dopodiché, una volta giunta sul piazzale, la fiumana, è stata accolta dal personale Trenord, almeno sei persone, e dirottata sugli autobus presenti. Erano talmente tanti, i viaggiatori, che non è stato facile ospitarli tutti, comunque, l’operazione è andata a buon fine. Tutti hanno trovato posto, tutte le valige sono state sistemate nei vani appositi e, in tempi ragionevoli, gli autobus sono riusciti a partire. In ogni caso, il personale Trenord presente ci ha assicurato che «nessuno resta a piedi, perché una soluzione la si deve trovare sempre, per tutti».

Dall’estero

Nei momenti in cui siamo stati presenti non abbiamo notato tensioni, né malumori fra i passeggeri in fase di trasbordo, anche se è pacifico che un po’ di ansia si genera, soprattutto nelle persone che si spostano con i bagagli appresso. Un po’ di incertezza e di difficoltà l’abbiamo notata soprattutto negli stranieri che, scesi dai pullman provenienti da Tirano-Sondrio e diretti a Milano, una volta raggiunta la banchina seguendo l’onda, non erano certi di salire sul treno giusto.

Il Coradia era lì, ad attenderli, sul primo binario, ma non essendoci un display corrispondente con la scritta Lecco-Milano, sono rimasti un po’ indecisi sul da farsi, per la paura di prendere magari il treno sbagliato.

A gesti, poi, hanno ricevuto rassicurazioni dai altri passeggeri. Ecco, forse, una persona di Trenord davanti al convoglio in partenza sarebbe meglio averla, per indirizzare chi non conosce la linea.

Imprevisti

Per il resto, non si può parlare sicuramente di un lunedì nero per il traffico ferroviario sulla Milano-Tirano e neppure di una domenica bestiale. Disagi sono e saranno da mettere in conto, nella misura in cui sono legati al traffico automobilistico dei picchi estivi e ad eventuali, purtroppo frequenti, rallentamenti per incidenti stradali. Che sono imprevedibili, chiaramente, ma tali da far saltare orari e coincidenze.

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