Guasti e ritardi. Nel primo giorno
treni già bocciati

Trasporti Disagi alla ripresa del servizio scolastico. Problemi tecnici alle stazioni, la rabbia degli utenti . Il sindacato: «Non vediamo luce in fondo al tunnel»

È partito decisamente male – ed è finito ancora peggio – il primo lunedì dalla ripresa dei treni in provincia, dopo i lavori di potenziamento infrastrutturale degli scorsi mesi. Per molti pendolari, muoversi ieri pomeriggio in Valtellina è stato un delirio, a causa di un guasto riscontrato da Rfi agli impianti nella stazione di Tresenda, com’è stato comunicato in serata dall’ufficio stampa.

E non è certo l’unico evento degno di nota durante il corso della giornata. Rallentamenti sulla tratta Tirano-Colico, infatti, sono stati determinati anche da «un guasto all’infrastruttura nei pressi di Bellano-Tartavalle Terme» (le parole dell’avviso di Trenord delle 14.21 con cui è stato annunciato il ritardo del treno 10324, arrivato a Sondrio da Lecco un quarto d’ora dopo il previsto). O, ancora, da un altro «guasto all’infrastruttura nei pressi di Ponte in Valtellina» che ha rallentato il regionale 2827, con un’attesa totale di 36 minuti.

Tante pure le criticità dovute all’attesa dei treni fermi che hanno ostacolato gli scambi. Insomma, tra corse soppresse e servizi sostitutivi (ad esempio, alle 18.24 il treno 10297 Tirano-Sondrio è stato rimpiazzato da un autobus), la giornata di ieri sarà ricordata come assurda dai numerosi pendolari – lavoratori e studenti – che hanno impiegato anche il doppio del tempo per arrivare a destinazione.

Va detto che Trenord ha cercato in tutti i modi di «riequilibrare le corse da e per la Valtellina», come ci è stato spiegato dagli addetti stampa e come si è potuto evincere dalle parecchie notifiche dell’app. Naturalmente, tuttavia, l’accumularsi di disagi su disagi ha portato a «un effetto domino lungo tutta la giornata», come ci ricorda Michele Fedele, sindacalista della Fit-Cisl.

«C’è chi ha dovuto attendere un’ora, chi di più: ho ricevuto molte segnalazioni da pendolari esasperati. Non si può andare avanti così, i lavoratori non hanno più fiducia nel trasporto pubblico». Settore che, al contrario, «meriterebbe di essere potenziato. Anzi, raddoppiato. Una statistica di qualche anno fa dimostra che i valtellinesi utilizzerebbero molto di più il treno al posto dell’auto, se avessimo una rete ferroviaria di livello».

Cosa che invece, a quanto pare, non è. «La preoccupazione è molta, non vediamo una luce in fondo al tunnel. Alla lunga è un problema per tutti, dal momento che disagi nei trasporti possono portare al cosiddetto stress lavoro-correlato», sempre Fedele. «E non dimentichiamoci che molti utilizzano il treno per raggiungere Milano per l’alta velocità o per esami universitari, colloqui di lavoro, visite mediche: la precauzione di partire con largo anticipo non può diventare consuetudine».

Dal canto suo anche Andrea Frangiamore, segretario generale della Filt-Cgil Sondrio, mette in chiaro che «i ritardi non sono più tollerabili». Quanto è successo ieri «non può stupirci più di tanto: i lavori di ordinaria manutenzione di quest’anno non sono stati portati a termine per assenza di materiale, come ci è stato riferito. E, di conseguenza, poi accadono cose simili».

Anche i capitreno e i controllori «sono esausti, poiché fanno da parafulmine alle (più che legittime, sia chiaro) proteste dell’utenza che spesso, purtroppo, sfociano in aggressioni verbali e fisiche». Azioni, naturalmente, da condannare. «L’unica vera soluzione è chiedere a chi ha responsabilità di rendere conto di tutto ciò», conclude Frangiamore.

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