Aggressione al benzinaio, il racconto in aula: «Mi ha dato due coltellate»

Il pakistano ha rivissuto l’aggressione subita un anno fa a Maggianico, durante il processo per tentato omicidio a carico di un 19enne. Il racconto dei fatti.

Lecco

Il momento dell’aggressione rivissuto in aula. Il ricordo ancora lucido a un anno di distanza, pur se in un italiano stentato. «È venuto incontro a me, mi ha dato due schiaffi alla faccia, poi è andato verso la cassa e, mentre il suo amico mi picchiava con una scopa in testa, mi ha dato due colpi con il coltello alla gamba destra». A parlare è il benzinaio pakistano di 22 anni, vittima di un violento attacco a scopo di rapina avvenuto il 20 settembre dello scorso anno a Maggianico. L’ambito è il processo, entrato nel vivo ieri con il dibattimento, nel quale è imputato il 19enne Mohamed Barhami, difeso dall’avvocato Marilena Guglielmana, e accusato di tentato omicidio.

Il ragazzo attualmente sta scontando gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il coimputato Mohamed Ennajoui, 28 anni (che invece è a piede libero), si avvale del rito abbreviato davanti al Gup, con procedimento fissato al 14 gennaio.

Già chiara la difesa sostenuta dall’avvocata di Barhami, secondo la quale il reato va riqualificato dalla fattispecie più grave di tentato omicidio, così come contesta il Pm Chiara Stoppioni, in quella più blanda di lesioni.

Nei confronti del ragazzo 19enne, il quadro accusatorio è più pesante rispetto a quello prospettato nei confronti dell’altro imputato. Barhami è accusato, infatti, di aver colpito più volte a una coscia la vittima, mentre faceva la chiusura di mezzogiorno della stazione di servizio, utilizzando un coltello a serramanico con una lama di pochi centimetri, dopo aver iniziato l’aggressione a mani nude.

Il pakistano, che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Riccardo Plenzik, ha dato la propria versione dei fatti ai giudici. «L’imputato lo avevo visto alla stazione di servizio, era venuto per provare a lavorare, ha fatto 3 giorni al lavaggio auto”, ha raccontato. Poi i due sarebbero comparsi nuovamente, ma con ben altre intenzioni, secondo le accuse. “Mi ha insultato e in due mi hanno picchiato. Lui (l’imputato, presente in aula, ndr) è andato verso la cassa». Le coltellate sono state sferrate alla coscia: «Una mi ha tagliato, mentre l’altra è entrata in profondità con la punta», ha detto indicandosi la parte alta della gamba, in un punto prossimo all’inguine. Secondo quanto riferito dal medico del Manzoni che lo aveva curato, il giovane era stato colpito pericolosamente vicino all’arteria, in un punto considerato vitale. Da qui la contestazione di tentato omicidio. «Mi ha preso due volte, ma ha cercato di darmi anche altre coltellate, però sono riuscito a spingerlo via», ha spiegato il lavoratore.

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