Appello Metastasi

Quindici anni a Mario Trovato

Pena aggravata al capoclan, confermata la condanna a Rusconi

Milano

Tre condanne riviste al rialzo, una al ribasso, per il resto conferma della sentenza di primo grado.

È stata pronunciata nel tardo pomeriggio di oggi, alle 18.30, la sentenza di Appello del processo “Trovato + 16”, scaturito dall’inchiesta Metastasi della Direzione distrettuale antimafia di Milano.

I giudici della quinta sezione penale, presidente Pietro Carfagna, hanno parzialmente riformato la sentenza emessa il primo marzo dell’anno scorso dal giudici del Tribunale cittadino: nel ricalcolo delle pene - che restano comunque legate ai reati per i quali gli imputati sono già stati condannati un anno fa, tranne in un caso - Mario Trovato dovrà scontare 15 anni e 6 mesi di reclusione contro i 12 anni e 6 mesi comminati in primo grado.

Dieci anni per Antonino Romeo, contro gli 8 di un anno fa, 9 anni e 9 mesi per Massimo Nasatti (pure condannato a 8 anni). Sconto di pena, nel riconteggio operato dai giudici, per l’imprendiore pescatese Claudio Crotta, un anno e 6 mesi contro i 2 anni e 3 mesi irrogati dal collegio presieduto da Enrico Manzi, giudici a latere Salvatore Catalano e Maria Chiara Arrighi.

Dal punto di vista del merito, l’unica novità della sentenza riguarda il già citato Nasatti, che è stato assolto da un capo d’imputazione, la tentata estorsione nei confronti della coppia Conti-Scarfò.

Confermata per il resto la sentenza appellata. L’associazione per delinquere di stampo mafioso continua dunque a essere limitata a quattro imputati, ossia Mario Trovato, Romeo, Nasatti e il tassista valmadrerese Antonello Redaelli (deve scontare dieci anni di reclusione). Nessuna aggravante dell’articolo 7 del decreto legge 152/1991 agli imputati a cui era stata contestata dalla pubblica accusa, a partire dall’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi, che resta condannato a due anni con i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziario, per la sola turbativa d’asta semplice. Confermata - insomma - l’assoluzione dall’imputazione di corruzione, come già deciso dai giudici di Lecco.

L’articolo completo su La Provincia di Lecco in edicola domani, 31 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA