Lecco. «Gli investimenti del Pnrr
la domanda di acciaio crescerà del 2%»

Secondo gli esperti, i fondi europei incideranno soprattutto sulle costruzioni Saranno contenuti gli effetti sulle produzioni della filiera siderurgica e dell’industria in genere

Il 43% dell’importo complessivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sarà destinato a investimenti nelle costruzioni, mentre al manifatturiero andrà il 16%.

Non andrà comunque ad incidere in modo consistente sulla domanda di acciaio, che dovrebbe incrementare di circa 2 milioni di tonnellate (+1,1%) l’anno per i prossimi cinque anni a livello europeo, con un impatto sull’Italia pari a +520mila tonnellate (+1,95%).

Il piano complessivo di rilancio dell’economia europea ammonterà ad oltre 800 miliardi di euro, dei quali 724 provenienti dal Recovery and Resilience Facility e 80 da altre fonti. Dei 724 miliardi del Rrf 338 saranno sovvenzioni e 385,8 prestiti finanziati con l’emissione di bond europei.

A fare il punto su quanto il Piano andrà a incidere sulla siderurgia nazionale ed europea è Gianfranco Tosini, membro dell’Ufficio studi di Siderweb, intervenuto durante il webinar “Pnrr: l’acciaio alla prova della crescita”.

«Gli obiettivi europei sono tre: la transizione verde, la digitalizzazione e investimenti dedicati soprattutto a sanità, inclusione sociale, educazione, cultura e sport. Gli aiuti sono ripartiti in base alla ricchezza dei singoli Paesi e ai danni subiti a seguito dello scoppio della pandemia da Covid-19: quelli che beneficeranno maggiormente degli aiuti europei sono Bulgaria e Grecia (che riceveranno fondi pari a circa il 15% del proprio Pil), seguiti da Croazia e Italia (circa 11%)».

Il nostro Paese ha messo a punto un piano specifico, appunto il Pnrr, per impostare l’investimento nel periodo 2021-2026 di 235,1 miliardi di euro, dei quali 122,6 provenienti da prestiti e 68,9 da sovvenzioni. Il piano nazionale è particolarmente articolato: prevede sei missioni, 16 componenti e 197 misure, delle quali 109 appannaggio della transizione verde e della transizione digitale dei processi produttivi. «Analizzando nel dettaglio quali settori saranno maggiormente interessati dagli investimenti – ha spiegato Tosini – si nota che le costruzioni ricoprono un ruolo di primaria importanza con il 43%-44% degli investimenti che gli saranno dedicati, seguiti dal manifatturiero (16%), mentre gli altri comparti toccati dal Pnrr afferiscono soprattutto ai servizi».

Ma quale sarà l’impatto complessivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza sull’acciaio? «Analizzando le singole voci di spesa – ha concluso Tosini – si nota un impatto complessivamente moderato del piano sul consumo di acciaio continentale. In Europa potrebbe concretizzarsi un incremento dell’1,1% annuo per cinque anni del consumo reale di prodotti siderurgici, mentre l’Italia potrebbe beneficiare in misura comparativamente maggiormente, visto che gli aiuti hanno un’incidenza sul Pil maggiore. Le attese sono quindi per un +1,9% annuo circa, pari a mezzo milione di tonnellate in più all’anno».

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