Lecco. «Il trend della ripresa prosegue
Ma è un po’ frenato dal caro energia»

Il centro studi di Assolombarda rileva l’aumento di posti di lavoro e produzione: «Resta il clima di fiducia nelle imprese del manufatturiero, mentre è in calo nei servizi»

L’occupazione cresce in Lombardia, sulla scia del rimbalzo concretizzato durante il 2021, ma il caro energia e le difficoltà legate alle materie prime fanno comparire nubi all’orizzonte.

A evidenziare il trend relativo al mercato del lavoro è il Centro studi di Assolombarda, che ha recentemente pubblicato su genioeimpresa.it (il web magazine dell’associazione) il booklet economia.

In base all’analisi, tra luglio e settembre è proseguita la crescita dell’occupazione già rilevata in primavera, con un incremento di 88mila unità su base annua secondo le stime provvisorie dell’Istat. Nonostante questo recupero, si contano ancora 63 mila occupati in meno rispetto al 2019. In positivo va però rilevato che l’incremento occupazionale nei mesi estivi si è associato a una contrazione sia degli inattivi (-93 mila) sia, in controtendenza rispetto al trimestre precedente, dei disoccupati (-25 mila). Il tasso lombardo di disoccupazione scende così al 5,5% nel terzo trimestre (dal 6,1% nel 2020), in linea con la dinamica delle regioni europee benchmark (Bayern al 3,3%, Baden-Württemberg al 4,5%, Cataluña al 10,9%). Coerentemente con la risalita dell’occupazione, il ricorso alle misure di integrazione salariale si riduce: -46% le ore di cig autorizzate nel 2021 rispetto al 2020, pur rimanendo elevato nel confronto pre Covid (il dato di dicembre 2021 è cinque volte rispetto all’avvio 2020).

Uno degli elementi determinanti, in relazione all’occupazione, è comunque sempre costituito dalla cronica difficoltà che le aziende incontrano nel reperire risorse in possesso delle competenze di cui hanno bisogno. Secondo la rilevazione Excelsior a gennaio 2022 le imprese lombarde faticano a trovare il 38% delle figure ricercate. Un trend in forte crescita, considerato che nel 2020 la quota era pari al 33%.

«Per l’inizio del 2022 – si legge - si prefigura un proseguimento della fase espansiva che ha caratterizzato gli ultimi mesi, sebbene su ritmi più contenuti. Per confronto, nei principali Paesi europei la fiducia, invece, aumenta nel manifatturiero, mentre è in flessione diffusa nei servizi. Più in dettaglio del nord ovest, nel manifatturiero gli ordini correnti si confermano robusti a fine anno, a fronte di un lieve peggioramento delle aspettative sulla produzione e di scorte in parziale ricostituzione.

Nei servizi si ridimensionano soprattutto le aspettative sugli ordini e i giudizi sull’andamento generale della propria azienda e marginalmente la domanda corrente. I primi segnali di perdita di vigore nell’economia vanno letti in modo congiunto alla triplice pressione che le imprese stanno accusando. Preoccupa principalmente lo shock del caro-energia (considerato che il 65% del consumo elettrico totale annuo in Lombardia deriva dalle imprese di industria e servizi innovativi)», affiancato dalle criticità nelle catene di approvvigionamento.

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